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bini che vive tuttora, ed al quale saremmo sempre pronti a rammentarlo. Ciò accadde quando il Paradisi per ordine del tribunal criminale venne arrestato.

Il Paradisi dunque era il protetto dallo Sterbini e da’ consorti del Contemporaneo, e probabilmente era protetto dal conte Pietro Ferretti e dal circolo popolare. Inoltre era consigliato e spinto a scrivere da un personaggio che lo sedusse promettendogli prove e documenti che poi non gli somministrò, e questo personaggio era un netnico personale del Torlonia, al quale univansi tutti gli altri invidiosi della città. Vuolsi per fino che si associasse a cotestoro un altro personaggio influentissimo in quei tempi, il quale faceva parte della Consulta di stato.

Qual meraviglia pertanto se con tali elementi in moto, in quei tempi di finzione per gli uni, di accecamento per gli altri, che facevan ressa al cardinale, questi, di bonissima fede, abbia creduto di avvantaggiare gl’interessi del governo pontificio, eleggendo a sindacator dei conti, e revisore degli archivi camerali un Filippo Paradisi del quondam Tiberio?

Proseguendo la narrazione delle cose avvenute rammenteremo che lo stesso giorno 20 novembre in conseguenza dell’articolo del Paradisi, quel modello di ogni virtù religiosa e civile Don Carlo commendator Torlonia inviò al Santo Padre la rinunzia al grado di colonnello del secondo battaglione, la quale peraltro non venne accettata da Sua Santità, come si rileva da un articolo speciale dell’ avvocato Carnevalini nella Bilancia. 1

La bandiera che i Ferraresi in segno di fratellanza inviarono ai Romani, giunse in Roma il 23 novembre, ed il conte Recchi ebbe il carico di consegnarla. Era il Recchi in voce di progressista avanzato, e l’appartenere a quella provincia che avea mostrato i denti all’Austria, ne faceva un soggetto benemerito e caro agli uomini

  1. Vedi la Bilancia del 30 novembre 1847.