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446 | storia |
Piacque in genere il detto mutu-proprio, o almeno non eccitò tanti clamori come quello del giugno decorso.
Eravamo in sugli ultimi giorni dell’anno 1847 e già parlavasi del prossimo ritiro del cardinal Ferretti dal carico di segretario di stato.
Intanto il giorno 30 annunciavasi nel giornale officiale la nomina a ministro dell’interno di monsignor Camillo Amici, giovane di molta solerzia, rettitudine d’idee, e svegliato ingegno, cui davan risalto il chiaro nome che portava come figlio di tale fra gli avvocati, cha rifulse qual astro di prima grandezza fra i luminari del romano foro. Questa scelta si ebbe a preludio del cambiamento anzidetto.1
Come ultimi fra gli atti del ministero del cardinal Ferretti annovereremo:
1.° Una ordinanza ministeriale o ordine circolare sulla stampa, in data del 31 decembre.
2.° Altra ordinanza sull’appello dalle deliberazioni della congregazione di revisione, e della sagra congregazione del buon governo.2
L’ordinanza sulla stampa aveva per iscopo di dare alcune spiegazioni intorno alla legge della censura sulla stampa, emanata il 15 marzo del corrente anno.
L’articolo primo portava che il consiglio di censura già stabilito in Roma nel numero di cinque membri, compreso il padre maestro del sagro palazzo apostolico, fosse aumentato a sette; «cosicchè oltre il padre maestro vi siano due censori cui è dato rivedere gli scritti o politici o letterari all’infuori dei giornali periodici, ed altri quattro censori ai quali esclusivamente è rimessa la revisione dei detti giornali.»
Nell’articolo secondo dicevasi «che i quattro censori, addetti alla revisione dei giornali in Roma andranno