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| 52 | storia |
Il giorno 27 poi si leggeva nei pubblici fogli la nomina di monsignor Medici de principi di Ottaiano a suo maestro di camera, non che di molti altri individui componenti la famiglia pontificia.[1]
Il 30 del detto mese instituì una congregazione cardinalizia incaricata di trattare gli affari di stato importanti. Essa componevasi dei seguenti eminentissimi cardinali
| Macchi | Amat |
| Lambruschini | Gizzi |
| Mattei | Bernetti. |
E monsignor Corboli Bussi, esonerato dal carico di pro-segretario di stato, ebbe quello di segretario della detta congregazione cardinalizia.
In pari tempo veniva conferita a monsignor Vincenzo Santucci la provvisoria gestione della segreteria di stato, col titolo di sostituto.
Quella poi di segretario per gli affari di stato interni, a monsignore Giovan Battista Cannella.[2]
Non può dirsi quanto piacque, e quali simpatie eccitasse nella popolazione di Roma il Santo Padre per essersi recato a piedi alla chiesa dell’Umiltà, posta alle falde del Quirinale, il giorno 2 luglio.[3]
Accostumato il popolo romano a vedere soltanto in gran treno il suo padre e sovrano, è ben da immaginare quale impressione favorevole risentisse vedendo il nuovo papa accedere con apostolica semplicità in una chiesa, senza cocchio, e senza apparato di guardie. Principiò da quel giorno la popolarità di Pio IX, e se prima parlavasene molto, da quel momento non si fece che parlare di lui.
Intanto incominciavano le corti estere a fare complimentare il nuovo pontefice dai loro rappresentanti. Il primo fu il re di Napoli per mezzo del conte Ludolf, fino