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festosi convergono sulla vetta del colle. L’orchestra che era sulla piazza della Maddalena è strappata a forza, e condotta fra un’agglomerazione di popolo immenso, per recarsi insieme con esso in faccia al palazzo del pontefice. Esso per la seconda volta apparve sul balcone per benedirlo. Più tardi ancora sì rinnovò e per la terza volta hna scena si nuova e commovente, che né parole, né mente umana potrebbero esprimere o concepire.

Intanto sulla piazza del Popolo quell’Angelo Brunetti soprannominato Ciceruacchio, e considerato in seguito siccome il tribuno del popolo romano, faceva ardere in segno di festa, com’è costumanza in Roma, le botti, e refocillava con vino generoso il molto popolo ivi accolto. Ed in quel luogo riunironsi, e da quel luogo mossero alle ore 9 pomeridiane, per alla volta del Quirinale quei giovani ardenti con faci accese, dei quali testè abbiamo fatto menzione.

La dimostrazione al pontefice si rinnovò altresì il giorno seguente, e il terzo giorno che fu la domenica 19, nel recarsi il Santo Padre alla chiesa della Missione, gli vennero staccati i cavalli dal cocchio, e ricondotto da una parte dì giovani al Quirinale. Non era tripudio soltanto, era un parosismo febbrile.1

Se non che avvedendosi il Santo Padre che l’effervescenza andava assumendo proporzioni gigantesche, e che le agglomerazioni di popolo divenivano viemaggiormente imponenti, volle porre un confine, affinché non trasmodassero, alle dimostrazioni di gioia, col far pubblicare la notificazione seguente.

«La Santità di Nostro Signore è vivamente commossa dalle spontanee dimostrazioni di figliale afietto che gli abitanti di questa città vollero darle nelle scorse sere. Non può quindi a meno di non manifestare il pieno suo gradimento. Siccome per altro quel che accresce il pregio d’ogni più bella cosa si è la moderazione, così nel met-

  1. Vedi la narrazione nella Rivista, n. 26.