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della rivoluzione di roma | 63 |
del capo dell’orbe cattolico, e quindi la rivoluzione ammantandosi o ricoprendosi sotto il manto del papa stesso, come fare per osteggiarla e conquiderla?
Salvo dunque il modo che non possiamo approvare, perchè rifuggiamo troppo da ciò che sente di slealtà e d’inganno, dovrà pure convenirsi che uno stratagemma più abilmente condotto (dicasi a lode della scaltrezza italiana) non poteva immaginarsi.
Ora ci resta a dimostrare con documenti che tanto il Mazzini, quanto il Montanelli ed il Mamiani fosser gl’istigatori delle dimostrazioni pacifiche in genere. Diciamo in genere, perchè ve ne furono di varie specie. Non baderemo per un momento alle date, bastando a noi di stabilire il principio.
Abbiamo molti scritti del Mazzini e basta leggerli per conoscere i suoi disegni. Noi sceglieremo qualche brano fra quelle istruzioni che in sul finire di ottobre 1846 diramò in Italia, e di che a suo tempo terremo proposito.1 Poco importa se sono di tre mesi posteriori alle feste per l’amnistia. A noi basta per il momento di stabilire quali fossero le sue massime e i suoi principi, per dovere ammettere senza esitazione che, tali essendo, i suoi affigliati in Roma dovevano conoscerli fino dal luglio 1846 ed in conseguenza di quelli agire. Ebbene. — Quando parla dei mezzi per andare alla rigenerazione, dice ricisamente.
«Profittate della menoma concessione per riunire le masse, non fosse che per attestare riconoscenza; feste, canti, raduni, rapporti numerosi, stabiliti fra uomini di ogni opinione, bastano per fare nascere delle idee, e dare al popolo il sentimento della sua forza e renderlo esigente.»
E più sotto dice:
«Associare, associare, associare, tutto è in questa
- ↑ Vedile per extensum nel cap. VII, di questo primo vol., non che nel primo vol. dei documenti, n. 55.