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| 156 | storia |
generatore.» Chiudevasi il proclama col viva Pio IX, viva la indipendenza italiana.[1]
E la rivoluzione intanto, che vincitrice signoreggiava in Francia, in Germania ed in Italia, scoppiava e veniva compressa in Madrid il 25 di marzo. [2]
Sotto il giorno 29 poi lo Czar delle Russie Nicolao emanava un proclama minaccioso ed iracondo contro lo spirito rivoluzionario che invadeva l’Europa. Ma di ciò meglio nel capitolo IX.[3]
In questo sconvolgimento universale di cose fu inspirato il Santo Padre ad emettere un atto, che ci sembra ripieno di sentimenti così alti e peregrini, che crediamo bene di riportarlo qui per intiero. Era del tenore seguente:
PIUS PP. IX.
ai popoli d’italia salute ed apostolica benedizione.
«Gli avvenimenti che questi due mesi hanno veduta con sì rapida vicenda succedersi e incalzarsi, non sono opera umana. Guai a chi in questo vento che agita, schianta e spezza i cedri e le roveri, non ode la voce del Signore! Guai all’umano orgoglio, se a colpa o a merito di uomini qualunque riferisse queste mirabili mutazioni, invece di adorare gli arcani disegni della Provvidenza, sia che si manifestino nelle vie della giustizia o nelle vie della misericordia: di quella Provvidenza nelle mani della quale sono tutti i confini della terra! E noi, a cui la parola è data per interpretare la muta eloquenza delle opere di Dio, noi non possiamo tacere in mezzo ai desideri, ai timori, alle speranze che agitano gli animi dei figliuoli nostri.