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ciascuno dei casini o circoli di Roma scelse una commissione di venti de’ suoi soci, la quale dovesse rappresentarli.

Le commissioni si riunirono la sera del 21 di aprile nella sala del casino dei commercianti e si costituirono in comitato. Vi si decise che due persone in ciascun circolo o casino fossero nominate in commissione coll’incarico di proporre un modo d’influire sugli elettori, e dar contezza delle persone più meritevoli di essere scelte fra gli eleggibili.

Per influire poi tanto sull’opinione generale, quanto sugli elettori, si avvisò che il comitato pubblicasse un programma o professione di fede politica. Ne fu incaricato il conte Terenzio Mamiani, il quale lo compose, e fu letto la sera del 25 di aprile dal segretario Ottavio Gigli.

Questa fu l’origine del famoso Programma Mamiani, che servì poi di base alla sua politica quando fu ministro, e che cagionò la scissura col pontefice e la caduta del ministero che dal Mamiani prese nome e colore. Ma di ciò dovrem parlare in seguito, ed allora riporteremo per intiero,’ siccome documento importantissimo, il detto programma. 1

I provvedimenti guerreschi intanto con alacrità venivano spinti; e come nel marzo si fece un appello alle borse per ottener danari, in sulla metà di aprile se ne fece uno ai proprietari di cavalli per ottenerne a pro dell’artiglieria civica mobilizzata. L’aristocrazia romana, e alcuni mercanti di campagna ne sopperirono trentasei.

I nomi dei pochi generosi vennero registrati dalla Gazzetta di Roma.2

II papa intanto comandava più in apparenza che in sostanza; il municipio occupavasi ancor esso più di politica che di amministrazione del comune; i circoli facevan rapporti, indirizzi, manifesti, entravano in negoziato

  1. Vedi il V vol. dei Documenti, n. 63 A.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma del 20 aprile 1818 n. 67, prima pag.