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moventi della insurrezione affinchè vedano tutti se fosse spontanea o organizzata ancor essa da lungo tempo in estere officine, le quali a tutto ciò che in Italia facevasi davano il loro impulso.

Dall’esame pertanto dei documenti che porremo in evidenza risulterà ch’essa non fu spontanea ma concertata preventivamente.

Racconta Felice Orsini nelle sue Memorie1 che «nell’inverno del 1847 partì per la Sicilia Giuseppe La Masa coll’intento di dare indirizzo alla insurrezione. Da Palermo scrisse che la merce sarebbe stata venduta il giorno 12 di gennaio; e lo fu. La rivoluzione scoppiò nel giorno indicato.»

È dunque evidente che si costituì un direttorato per la rivoluzione che si volea suscitare, e questo direttorato emise le sue istruzioni stampate al popolo per farlo insorgere, mediante un foglietto ove si assegna il giorno l’ora, il luogo, ed il modo. Questo documento importantissimo che possediamo nella nostra raccolta, merita di essere qui da noi trascritto per intiero. Eccolo:

Dichiarazione.


«Le masse armate che dall’interno del regno corrono a prestare man forte alla causa nazionale prenderanno posizione nei vari punti delle nostre campagne indicati dai rispettivi condottieri. Costoro dipenderanno dagli ordini del comitato direttore composto dei migliori cittadini di ogni rango.

» La popolazione di Palermo uscirà armata di fucili all’alba del 12 di gennaio, mantenendo il più imponente contegno, e si fermerà nelle parti centrali, aspettando

    vol. XXXIX n. 5. — Archivio triennale delle cose d’Italia, Capolago 1850 e 1855 vol. III in-8. — Vedi baron Malvica, Consigli a mia figlia. Palermo 1856 in-8.

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