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Dopo ciò con lo stesso cerimoniale il cardinale partì, restituendosi per la medesima via al Quirinale.

Ecco il discorso letto dall’eminentissimo Altieri ad entrambi i Consigli:

«La Santità di Nostro Signore mandami a voi con l’officio lieto ed onorevole di aprire in suo nome i due Consigli legislativi.

» Il Santo Padre vuole al tempo medesimo che vi significhi, come un tale atto della sovranità sua soddisfi al suo cuore per la fiducia che ha di vedere col vostro concorso migliorato il sistema del pubblico reggimento.

» Egli si rallegra con voi, e ringrazia Iddio, perchè siasi potuto giungere ad introdurre nei suoi stati quelle forme politiche richieste dalle esigenze de’ tempi, e che sono conciliabili colla natura del suo pontificio governo. Ora a voi si appartiene, o signori, il procurare di ritrar dalle nuove istituzioni quei benefici che Sua Santità ha desiderati nel concederle.

» Il Santo Padre non cesserà di pregare l’Autore di tutti i lumi perchè infonda nel vostro intelletto la vera sapienza, e perchè le istituzioni e le leggi, alle quali porrete mano, siano informate da quello spirito di giustizia e di religione, che sono il solido e vero fondamento di ogni libertà, di ogni guarentigia, di ogni progresso.

» Il Santo Padre ha commesso ai ministri suoi d’istruirvi e ragguagliarvi principalmente intorno allo stato della nostra legislazione ed amministrazione; in particolar guisa ha commesso di ragguagliarvi intorno allo stato del pubblico erario per proporre i mezzi più acconci di ristorarlo col minore aggravio possibile delle popolazioni.

»Ha pure commesso ai ministri di presentarvi tra breve le proposte di legge che lo statuto fondamentale promette.

» Il Santo Padre raccomanda alla vostra fede e alle vostre cure incessanti l’ordine e la concordia interiore.