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timo suo soldato avrà di se sgombro l’ultimo palmo della terra italiana. E come l’Italia è lontanissima da ogni ambizione di conquiste, e da qualunque disegno di valicare i certi confini suoi, perciò ella desidera sinceramente di stringere molti legami di buona vicinanza e amicizia coi finitimi popoli. Noi, di ciò persuasi, abbiamo sollecitato e pregato principalmente il governo sardo a spedire abili commissari con queste intenzioni medesime appresso la valorosa nazione ungherese, e a noi giunge notizia certissima, che il ministro delle relazioni esteriori del regno sardo ha tanto più volentieri accettata e assentita la nostra proposta, in quanto egli aveva (secondo che scrive) rivolto di già il pensiero a quel subbietto medesimo.

»Ripiegando al presente il discorso sui nostri interni negozi e sulle politiche condizioni di queste provincia, varia, abbondante, e faticosissima è l’opera che da farvi rimane. Imperocchè non è parte del pubblico reggimento, la qual non domandi larghe riforme ed utili innovazioni; e se l’opera in ciascun suo particolare è laboriosa e difficile, essa è tale infinite volte di più nel suo tutto insieme, volendolo bene ed intrinsecamente coordinare ed unificare; la qual cosa ricerca un vasto sistema preconcepito di civile e politico perfezionamento: e a tale sistema intenderà il ministero con tutte le forze sue.

»Ciascuno di noi vi esporrà tra breve, o signori, lo stato del suo special dicastero e le mutazioni necessarie e profonde che fa pensiero d’introdurvi. Il ministro delle finanze segnatamente v’intratterrà delle condizioni attuali del pubblico erario, e vi proporrà quei partiti, che dopo maturo esame e finissima diligenza egli reputa esser migliori per ristorare così il tesoro, come il credito pubblico, e affine che ciò si adempia col minore aggravio possibile delle popolazioni.

»Ai ministri sta pure a cuore di presto sottoporre al giudizio e deliberazione vostra quelle proposte di legge, che lo Statuto promette, e sono organi principali alla