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protesta ci si fece piena ragione; tutto rimettendosi allo stata quo. E ci lusinghiamo ci sarà fatta anche nel caso presente, quantunque assai diverse siano le circostanze. Le notizie però che sopraggiungono ci fanno certi, che le truppe austriache hanno già sgombrato Ferrara.

»In ogni caso ci è grato di assicurarvi di essere disposti a dare tutti quegli ordini, che sono necessari per garantire il diritto di difesa, al quale diritto non abbiamo giammai inteso di rinunziare, che anzi ci protestiamo di mantenerlo e di volerlo inviolabile. Riceviamo in questa nuova occasione con gratitudine i sentimenti che ci manifestate, non che le offerte che ci proponete e che tendono a meglio garantire gli accennati diritti. Noi intanto ripetiamo a Dio le umili nostre preghiere, affinchè preservi l’Italia da ogni sciagura e rendendo uniti gli animi sui veri interessi suoi, vi faccia fiorire come in suolo privilegiato la religione e la pace, unici fonti della vera felicità.»

Dopo letta la surriferita risposta, il Santo Padre soggiunse:

«Due cose potete dire, cioè, che il papa ammette di pieno diritto la difesa de’ propri stati, e che la lega da lui iniziata coi principi d’Italia sarà proseguita quando non si frappongano ostacoli o condizioni non ammissibili.»1

Abbiamo estratto questi due discorsi di preferenza dal Giornale romano, perchè riveduto preventivamente dalla stessa Santità Sua quando tratta vasi specialmente di risposte o discorsi propri, affinchè il testo non ne fosse minimamente alterato. Difatti confrontando il testo riportato dal Giornale romano colla Gazzetta di Roma, vi rinvenimmo qualche piccola discrepanza.2

Risulta dai complesso delle prenarrate cose che i due Consigli offerivano appoggio, sostegno, armi, sostanze e vita

  1. Vedi il Giornale romano del 20 luglio 1848, seconda pagina.
  2. Vedi per il confronto la Gazzetta di Roma di detto giorno.