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della rivoluzione di roma | 533 |
dipendenza italiana. Intanto si crede in debito di ren- dere quelle grazie che può maggiori all’insigne amor patrio che nell’unità perfetta d’intendimento e di azione, mostrarono le guardie cittadine e tutti i corpi militari, non meno che quegli ardenti giovanetti della scuola che con tanta ragione s’intitola della Speranza.
» Quando havvi sì bella concordia tra la cittadinanza e la milizia, la patria può dirsi indubiamente avviata alla sua vera grandezza.
- » Evviva unione! Evviva l’Italia! Evviva la libertà!
- » Dalle sale del circolo, li 20 novembre 1848.
I Direttori
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I Segretari |
Quest’atto importantissimo non venne inserito nel giornale ufficiale. E pure si trattava della dimissione di chi aveva positivamente comandato alla città di Roma nei giorni 17, 18, 19 e parte del 20 novembre.
Cid a noi sembra una mancanza per parte dei mini- stri: direm di più, un atto d’ingratitudine verso la sor- gente del loro potere. Ei parve pertanto che così facendo, occultar volessero la loro origine. E voi, Sterbini, Galletti, Campello, non foste voi eletti dal circolo popolare di cui eravate lo spirito animatore? Perchè disconoscere o rinnegare chi vi diè la vita? Questo rimprovero non siam noi che lo facciamo; sentimmo farlo da qualcuno in allora, e noi lo riportiamo adesso per debito di cronisti.
- ↑ Vedi Atti ufficiali, vol. I, n. 110.