Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/111

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 107

rato. Ed invero, quando vedesi sì bassamente dispregiata la volontà non solo, ma pur la voce espressa del pontefice; quando si manomette la inconcussa volontà di lui; quando si hanno in non cale gli ordini che a bene dei sudditi piace a lui di emanare; quando si mette in forse il dominio temporale della Santa Sede; quando si procede verso l’elezione di un’Assemblea, che fedeli sudditi e cattolici debbono del pari tenere per condannata; quando veggonsi arbitrariamente disciolti i Consigli rappresentativi, il potere dello stato per modi illegali usurpato, le autorità legittimamente costituite, rimandate, le leggi a capriccio rivolte, variate, e distrutte; quando sotto lo specioso titolo di libertà si giunge per fino a violentare le coscienze dei cittadini, richiedendosi un atto, cui i doveri di sudditanza e di religione si oppongono; in tale stato ultimo di cose, ogni ulteriore silenzio della Commissione saría stato e colpa e delitto.

» Essa Commissione però, nell’aprire in tal modo il suo animo ai sudditi dello stato pontificio, non può dimenticare la circostanza di rappresentare colui che è, e volle sempre considerarsi, ministro di concordia e di pace. Essa dunque non dirà i mali ai quali lo stato è andato e va tutto giorno all’incontro; non la miseria che opprime la capitale e le provincie, poco dianzi sì floride e ricche; non le ingenti spese recate all’eccesso; non il vuoto stremo delle finanze; non l’avvilimento delle arti e di ogni onesto traffico e commercio. Si limiterà solo a fare appello generoso al cuore di tutti gli uomini onesti, alla fedeltà, al valore delle guardie cittadine e della truppa di linea, alla riconoscenza di quei tanti che per bontà sola del pontefice furono ridonati a libertà, e al seno di loro famiglie; perchè ognun di essi calcolando i vantaggi sommi della concordia, e i mali immensi che sorgono da intestine discordie, vogliano operare per modo, che quella ci sia ridonata in un coll’amore, affezione e presenza del sommo pontefice.