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Questo è in parte il ridicolo bando di Livio Mariani, doppiamente ridicolo in quanto che il popolo romano, più educato forse degli altri popoli, non ha avuto mai di bisogno per esser savio e tranquillo nei giorni del carnevale nè di evocazione di ombre gloriose, nè di fervorini, nè di bandi, nè di minaccie, e la sua condotta è stata sempre non che regolare, proverbialmente esemplare.

Venendo ora a parlare dell’apertura dell’assemblea costituente e della cerimonia che la precedette, rammenteremo che il giorno 5 febbraio secondo l’annunzio della commissione provvisoria municipale per le elezioni, riunivasi il festivo corteggio nella sala de’ Conservatori in Campidoglio. Alle 10 ½ recaronsi tutti nella chiesa d’Ara—Coeli per ascoltare la messa. Que’ frati però avendo ricusato di prender parte alla cerimonia religiosa, supplì un tal sacerdote Giovannetti cappellano dell’armata, intonando il Veni Creator Spiritus.1

Finita la cerimonia religiosa, il corteggio scese pel Campidoglio, prese la via del Corso, e quindi voltando alla fontanella di Borghese, e passando per san Luigi de’ Francesi, si recò alla Cancelleria.

Ecco l’ordine del corteggio:

Un drappello di dragoni a cavallo.
Uno di carabinieri,
Un plotone di zappatori civici,
Il concerto de’ carabinieri,
Il comandante del primo battaglione a cavallo,
Quattro plotoni civici,
Le bandiere regionarie fiancheggiate da’ civici e vigili,
Il concerto de’ vigili,
La bandiera italiana,
I famigli del comune, in gran tenuta,
La commissione municipale,
I rappresentanti del popolo,
  1. Vedi Sommario, n. 67. — Vedi Documenti, vol. VIII, n. 58. - Vedi Pallade, n. 463.