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torc della pubblica sanità, non mi lascerò andare oggi all’atto umiliante di una comandata, e formulata dichiarazione. L’uomo il quale si pone su questo sdrucciolo delle così dette adesioni e dei giuramenti politici rischia di seguire quel brutto vezzo delle restrizioni mentali, e di dare la coscienza in balla degli uomini, e del caso; nè io sarò mai quel desso che correre voglia rischio simigliante, perchè a costo di qualsivoglia danno voglio mantenere inviolato il santuario della coscienza, liberi i pensieri, liberi gli affetti, indipendente l’opinione. Spero d’altronde, che non mi mancheranno occasioni per addimostrare co’ fatti e non colle frasi formulate quanto sia l’amore che porto alla libertà del popolo, ed all’Italia nostra, e con questa speranza mi protesto distintamente a voi cittadino ministro

» 5 marzo 1849.

» (firmato) Luigi-Carlo Farini.

» Tipografia Paternò1


Tornando al giorno 12 marzo, che lasciammo interrotto per parlare del decreto sull’adesione alla repubblica, diremo di una singolare vignetta che il detto giorno fu pubblicata dal Don Pirlone, giornale di caricature politiche.

Quella vignetta rappresentava la caccia che davan tre guerrieri ad un orso. I tre guerrieri, uno col turbante turco, l’altro colla testa di gallo, il terzo col capo di cavallo, rappresentavano la Turchia, la Francia e l’Inghilterra. L’orso era la Russia, e per renderla riconoscibile se gli era apposta in petto la decorazione di sant’Alessandro Newskj.

Niuno ignora che se la rivoluzione era nemica dell’Austria, non era men nemica della Russia, la quale erasi mostrata avversa chiarissimamente alla rivoluzione dell’occidente di Europa. E questa rammentava assai bene il famoso proclama dell’autocrate russo del 29 marzo 1848,

  1. Vedi Documenti, vol. VIII, n, 88 A.