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della rivoluzione di roma 289

Nel numero 142 del 24 febbraio si ha una vignetta rappresentante un teatro ove si canta da Radetzky, Carlo Alberto, e dal re di Napoli, un terzetto nell’opera L’indipendenza italiana:


» Sui campi dell’infamia
» Noi pugneremo.»

Il numero 148 del 3 marzo ci dava le quattro repubbliche summenzionate. Carlo Alberto copre col cappello il viso al suo popolo affinchè non le vegga. Il re di Napoli ferma il suo che vuol raggiungerle e lo minaccia col bastone; sotto vi era la seguente iscrizione:

«Eh lasciatele andare (cioè le due repubbliche piemontese e napolitana) chè tanto o presto o tardi arrivano.»

Queste caricature le abbiam rammentate perchè denotano fino all’ultima evidenza che i repubblicani romani odiavano cordialmente Carlo Alberto, perchè lo riguardavano come un loro acerrimo nemico.

Il giorno 13 di marzo use) un decreto che ordinava che il giorno 15 si sarebbero riprese le udienze ordinarie dei giudici e tribunali.1

E il 14 l’assemblea nominò una commissione di rappresentanti per compilare la statistica di tutti gl’impiegati della repubblica.2

In quel giorno fu pubblicato un decreto del comitato esecutivo, ove si diceva che la legge del 21 febbraio, la quale dichiarava proprietà della repubblica i beni ecclesiastici, non si applica ai beni ecclesiastici esistenti nel territorio della repubblica, ma appartenenti alle chiese e corporazioni straniere, o ad altri stati d’Italia.3

Il comitato esecutivo con decreto del 14 dichiarava le chiese, le corporazioni religiose, ed in genere le mani

  1. Vedi Monitore del 15.
  2. Vedi detto del 14.
  3. Vedi Monitore del 15.