Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/352

Da Wikisource.
348 storia

di Federico Torre, il quale essendo sostituto al ministero della guerra trovavasi assai addentro ne’ segreti di governo. Ebbene il Torre racconta il fatto, entra in particolarità, e ci dà perfino alcuni nomi dei compromessi, attribuendo alla solerzia del Meucci il discoprimento della trama la quale doveva prorompere il giorno di Pasqua 8 di aprile.1

Il triumvirato intanto, il quale era assai più di un ministero semplice perchè rappresentava la sovranità e nel tempo stesso dominava il potere esecutivo, fece la sua professione di fede politica, la quale fu ciò che in linguaggio moderno si chiamerebbe il discorso della corona e il programma ministeriale, in un solo atto amalgamati. Compieva quest’atto il giovedì santo 5 di aprile.2 Era diretto ai cittadini e incominciava al solito con Dio e col popolo. Dichiarava che da 5 giorni essendo al potere, era tempo che il popolo udisse la sua voce, e conoscesse le norme generali colle quali intendeva di soddisfare al mandato conferitogli. Poi così diceva:

«Libertà e Virtù, Repubblica e Fratellanza devono essere inseparabilmente congiunte. E noi dobbiamo darne esempio all’Europa. La repubblica in Roma è un programma italiano: una speranza, un avvenire pei ventisei milioni d’uomini fratelli nostri. Si tratta di provare all’Italia e all’Europa che il nostro grido Dio e Popolo non è una menzogna — che l’opera nostra è in sommo grado religiosa, educatrice, morale — che false sono le accuse d’intolleranza, d’anarchia, di sommovimento, avventate alla santa bandiera, e che noi procediamo, mercè il principio repubblicano, concordi come una famiglia di buoni, sotto il guardo di Dio e dietro alle ispirazioni dei migliori per Genio e Virtù, alla conquista dell’ordine vero, Legge e Forza associate.


  1. Vedi Torre, vol. II dalla pag. 176 alla pag. 185. — Vedi i Misteri di Roma, n. 2, pag. 8.
  2. Vedi il Monitore del 5 aprile. — Vedi la Pallade del 6, n. 514.