Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/368

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nè bello, certamente impossibile a questi tempi: non gli basta la distruzione della monarchia; idea pessima, io credo, in questa società europea, in ogni caso più contrastata della prima, fine poco più probabile: non gli basta la democrazia pura; termine equivoco di significato, termine senza termine, a prenderlo nel significato di taluni; non gli basta la distruzione del dominio temporale dei Papi; impresa, come si vede, molto difficile: non basta: il Mazzini crede facil cosa distruggere in Italia anche il cattolicismo romano. È una stoltezza storica e politica, è un delirio da fanciulli. L’Italia, il ripeto, è cattolica, e non v’è altro cattolicismo che il romano.1»

Queste vessazioni a carico degli ecclesiastici, queste condanne rivestite dall’apparenza di legalità e che volevansi far comparire siccome necessarie a mantenere sotto il freno i chierici, non già per cose attinenti al civile consorzio (ove naturalmente esser devono sottoposti alle patrie leggi come gli altri cittadini), e per ultimo le parole stesse del Farini mostrano fino all’evidenza la giustezza del nostro asserto in principio del presente capitolo, che cioè il Mazzini non alla politica soltanto limitava la sua trasformazione, ma intendeva distruggere la religione cattolica, sostituendovene una da lui foggiata e che accostavasi all’anglicanismo.






  1. Vedi il Farini edizione di Firenze del 1851, vol. III, pag. 322 e 323, edizione di Firenze del 1853, pag. 313.