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Ordinavansi poi il giorno 26 la demolizione del viadotto coperto che dal Vaticano conduce al forte sant’Angelo,1 ed emettevasi un decreto per la requisizione di cavalli.2

Appariva pure un indirizzo dei cittadini francesi residenti in Roma al corpo di spedizione francese comandato dal generale Oudinot, per distoglierlo dal combattere contro i Romani e ricordargli che la insurrezione è il più santo dei doveri. Eranvi sottoscritti:

Laviron presidente
Marton (Martin?) vice presidenti
Ardillon
Terrus (forse Terral) segretario.3

Lo stesso giorno 26 l’assemblea pubblicava il seguente proclama:


«Repubblica romana

» In nome di Dio e del Popolo.


» L’assenblea, dopo le comunicazioni ricevute dal Triumvirato, gli commette di salvare la Repubblica e di respingere la forza colla forza.

» Roma 26 aprile 1849, ore 2 e mezzo pomeridiane.

» Il presidente C. L. Bonaparte.

» I segretari
» G. Pennacchi. G. Cocchi.
» A. Fabretti. A. Zambianchi.4»
  1. Vedi Monitore del 27. — Vedi Documenti, vol. IX, n. 38.
  2. Vedi detto del 26, pag. 383.
  3. Vedi l'Italia del popolo del 26, n. 11. - Vedi Monitore, pag. 386. Vedi Documenti, pul. IX, n. 37 4. – Vedi Sommario, n. 86.
  4. Vedi il Monitore del 27, pag. 383.