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Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/417

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della rivoluzione di roma 413

restano provvisoriamente aggregati allo Stato maggiore generale, a disposizione del Generale in Capo.

» Il Generale in Capo dello Stato maggiore generale verrà nominato successivamente.

» Il Ministro
» Giuseppe Avezzana (ligure).»



Ma il giorno 27 fu memorabile pei repubblicani, imperocchè in quel giorno il Garibaldi colla sua legione giungeva in Roma, verso le 6 pomeridiane, e recavasi direttamente, per prendervi alloggio, nel convento di san Silvestro in capite. Era la sua legione forte di un 1300 uomini fra fanteria e cavalleria. I cavalieri erano un centinaio circa, e comandavali il Masina di Bologna. Vedevi fra i fanti dei giovinetti di 13 a 14 anni colle picche. I cavalieri erano armati di lancie.1

Diciamo che il giorno 27 fu memorabile per i repubblicani, in quanto che l’arrivo di Garibaldi rianimò il loro spirito abbattuto. Il partito della resistenza era ben piccolo e impotente sul principio, e, per convincersene, non si avrà che a consultare l’articolo del repubblicanissimo Miraglia, riportato nel Positivo di monsignor Gazola, ove dice chiaramente che il partito della resistenza era piccolo in Roma.2 Quando il Miraglia scriveva cosi, il Garibaldi non era ancor giunto.

Decretavasi inoltre il giorno 27 l’abolizione dei voti religiosi. Il decreto diceva:

«La società non riconosce perpetuità di voti particolari ai differenti ordini religiosi così detti regolari.


  1. Vedi la Pallade del 28, n. 533, pag. 3. — Vedi il Positivo, pag. 266. — Vedi la Speranza dell’epoca, n. 90, la quale per isbaglio pone sotto il 28 in luogo del 27, l’arrivo del Garibaldi. — Vedi il ritratto di Garibaldi non che i figurini dei Garibaldini nelle Stampe e litografie sotto i numeri 79, 98, 99.
  2. Vedi il Positivo del 24 aprile, n. 64.