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battere tutte le forze di Roselli, se mai si fosse presentato a dargli battaglia.

» L’attacco durò quasi otto ore. Il fuoco cessava a sera inoltrata, perchè le masse romane ritiravansi dalla parte di Mezza-Selva, Lugnano, e Valmontone, non con ordine tattico, o per occupare posizioni militari, conseguenza di un piano prestabilito; ma soltanto, e confusamente, per sottrarsi dalla sfera dell’azione nemica, e col proponimento di non più affrontarlo, se per avventura non dovea lasciar Velletri.

» Gli ultimi colpi di fucile furon tirati avanti questa città, e col giorno 19 finiva per i Napolitani la speranza di combattere decisivamente le forze riunite del general Roselli, la di cui attitudine innanzi Velletri fu tutt’altro che offensiva!

» I Napolitani adunque, che per una novella combinazione politica eran chiamati alla frontiera del loro Stato, non lasciarono di continuare la marcia in ritirata; e la picciola parte delle truppe, che combattè durante la giornata del 19, sfilò tranquillamente per Torre tre ponti, ove il Re l’accampò per farla riposare, e seguir quindi il cammino per Terracina.

» In questo fatto d’armi perdè il Corpo napolitano due ufficiali, circa quaranta soldati fra morti e feriti, e qualche prigioniero del 2° battaglione cacciatori: al contrario si ha dagli stessi rapporti trovati al Ministero della guerra a Roma, che la perdita de’ Romani fu gravissima, ascendendo a cinque in seicento,1 oltre la fuga di una quantità di questi avventurieri armati, i quali nelle prime ore del giorno combattevano con vigore, ma debolmente nel resto, e verso sera scorati confusamente abbandonarono il campo.


  1. Il Torre nega questa cifra, e pare anche a noi esagerata. — Vedi Torre, vol. II, pag. 134 e seguenti.