Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/577

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 573

Tutte adunque, tutte le arti furon messe a profitto per ingannare Camere, parlamenti, ministri, sovrani, popoli; diciam meglio per ingannare il mondo intero: e su di ciò ci siam diffusi abbastanza.

Eppure un’altra ne resta, e fu quella di riuscire ad ingannare e prevalere sull’animo di quel semplicione dell’agente consolare inglese Giovanni Freeborn, il quale più pratico, convien credere, di cose di banco e di commercio che di geografia e di statistica (e questo ci sembra il meglio che per noi possa dirsi ad esonerazione di lui), si lasciò persuadere dai repubblicani che fosser tanti e poi tanti i Romani armati, che senza avvertire se il numero affermatogli fosse o no in proporzione co’ loro mezzi, con la capacità degli alloggi, e con la stessa popolazione di Roma, ti spiattellò la sua informazione officiale a lord Palmerston. Egli sicuramente non contò le soldatesche, non passò in rivista i volontari cd i corpi franchi, e stette a quello che gli si disse, e così cadde nell’errore madornale che siam per narrare. Noi estragghiamo tutto ciò da quel libro che la regina d’Inghilterra fece pubblicare per norma del parlamento britannico, allorché si dovette parlare nel 1851 degli affari di Roma, e che porta per titolo: Correspondence respecting the affairs of Rome, 1849, ossia Corrispondenza relativa agli affari di Roma, 1849.1

Ebbene nella sua lettera a lord Palmerston, in allora ministro degli affari esteri della Gran Brettagna, del 19 maggio 1849 asserisce il signor Freeborn che l’armata romana ed i difensori di Roma erano i seguenti:


«Nota dei mezzi di difesa nella città di roma.


        » 1ª Divisione, comandata dal General Garibaldi, composta di truppe bene armate 3,400
        «2ª Divisione, comandata dal General Galletti, come sopra 4,100
Da riportare          7,500
  1. Vedi la detta opera stampata a Londra da Harrlson © figlio, in fog. pag. 35.