Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/608

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la vita insieme con due ufficiali egualmente non romani Cremonini e Giordani.1 I cenni sulla vita e morte di Pietro Panizzi fratello del Panizzi bibliotecario del museo britannico in Londra, e amico di lord Palmerston, posson leggersi nel Monitore.2

Lo stesso giorno, mentre l’assemblea e il triumvirato occupavansi ostinatamente della difesa di Roma, il generale Oudinot mandava alle autorità romane un indirizzo ove, dicendo che gli eventi della guerra aveano condotto l’armata francese alle porte di Roma, le invitava a cedere per risparmiare sanguinose rovine alla capitale del mondo cristiano.3

Nell’intervallo però in cui discutevansi e combinavansi le risposte pel generale Oudinot, il deputato Cernuschi capo della commissione delle barricate, e il Lombard (uno dei gerenti e collaboratori del National di Parigi, inviato in Roma per sostener la rivoluzione) recavansi al campo francese a villa Santucci.

Il Cernuschi vi era stato chiamato da un tal Sala che aveva conosciuto a Milano e che, siccome egli ci racconti, era amantissimo della libertà italiana e francese. L’oggetto della chiamata fu un tentativo di accomodamento; ma esso non ebbe luogo affatto, come rilevasi dalla relazione che ne dette lo stesso Cernuschi all’assemblea il giorno 14.4 Eran pure arrivati al campo, e si ritrovarono presenti alla discussione, il signor de Corcelles ed il signor de la Tour d’Auvergne.5

La risposta delle autorità romane fu quale poteva attendersi, un rifiuto assoluto di cedere, appoggiandosi precipuamente alla convenzione del 31 di maggio col signor di Lesseps.


  1. Vedi Monitore, pag. 577 c 578. – Vedi la Pallade, n. 556.
  2. Vedi Monitore, pag. 611.
  3. Vedi il Monitore del 13 giugno, pag. 577.
  4. Vedi gli Atti dell’Assemblea costituente romana, pag. 457.
  5. Vedi detti, pag. 453. — Vedi Documenti del vol. IX, n. 93 e 94.