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Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/62

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58 storia

Ebbene, questo atto importante non solo non ebbe pubblicità veruna in Roma, ma neppure circolò riservatamente fra’ privati, e nessuno affatto lo conobbe. Diciamo importante, perchè vi si dichiarava, il 7 dicembre, che lo statuto si considerava in Gaeta come tuttavia vigente. Questa circostanza dice chiaro qual genere di libertà si godesse allora in Roma.

Non dubitiamo che il cardinale Castracane ne abbia ricevuto delle copie da Gaeta e che ne abbia somministrate ai capi del governo. Ma essi avevano troppo interesse di sopprimerne assolutamente la circolazione, e quindi l’atto di Gaeta restò come lettera morta, e noi lo abbiamo riportato per adempiere soltanto al dovere di storici. Si vede però che a Gaeta, o illusi o male informati, eredevan tutt’altro, perchè in un atto posteriore del cardinale Antonelli del 23 si manifestava la meraviglia ed il dispiacere di Sua Santità nel vedere che niun atto avesse avuto luogo per parte della Commissione e neppure, da quanto era dato conoscere dai giornali, la pubblicazione della ordinanza con cui il Santo Padre prorogava i Consigli. 1

Le Camere dunque, ad onta della ordinanza papale, dell’ostracismo cui condannavale il Gabussi, della consunzione che travagliavate, e delle grida di tutti quelli che le volevan giù, proseguirono alla meglio che potevano nelle loro discussioni. Diciamo alla meglio, perchè stante le rinunzie che ad ogni momento succedevansi e che noi per brevità tralasciamo di enumerare, vivevano di una vita incerta, barcollante, ingloriosa.

Il governo romano, siccome abbiamo accennato più sopra, sottoscriveva il giorno 8 una dichiarazione intorno alla deliberazione del generale Cavaignac, annunziata il 28 novembre all’assemblea nazionale, e la rendeva di pubblica ragione inserendola nel giornale officiale. 2


  1. Vedi Appendice ai Documenti, n. 26.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma dell’11 decembre. — Vedi Appendice ai Motu-propri vol. I, n. 31. — Vedi Documenti, vol. VII, n. 96.