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aveva approvato lo stato d’assedio della prima divisione militare, che è quella la quale comprende Parigi.

Si avevano, continuava il Mazzini, notizie di arresti di deputati, e fra questi correvan voci che fosse lo stesso Ledru-Rollin. Dicevasi che le provincie pure erano in fermento, e che il motivo principale del malcontento fosse la spedizione contro Roma. La Presse del 14 riferiva i bullettini del Monitore romano del 4 giugno.

Concludeva poi il Mazzini che la resistenza di Roma rimaneva sempre feconda di possibili, anzi probabili conseguenze, e che questa resistenza sarebbe riuscita efficace.

Il giorno seguente poi il Monitore apriva le sue colonne colla narrazione particolareggiata dei fatti accaduti in Francia nei giorni 11, 12 e 13 corrente, ma la conclusione era questa, che la tanto desiderata rivoluzione capitanata dal LedruRollin aveva fatto le sue prove senza successo, e che il governo era rimasto superiore.1

Egli è innegabile che la rivoluzione di Parigi, quantunque abortita nel suo nascimento, fosse preconcertata a profitto della repubblica romana. A convincersene meglio basterà il seguente aneddoto. Mentre eran seguiti vari arresti in Parigi, e mentre si era impegnata all’assemblea una discussione sull’arresto di Suchet, giungeva a cavallo il ministro dei lavori pubblici Lacrosse, con due ufficiali di stato maggiore e due guardie repubblicane, per recare parole di conciliazione. Fu allora circondato e separato dagli ufficiali che lo accompagnavano, e si gridò innanzi a lui: «Viva la Costituzione! viva la Repubblica romana!» S’invitò a rispondere a questo grido, ed i suoi abiti venner lacerati. Il ministro a stento potè ricovrarsi in una casa vicina.2 — Oltre a ciò e per acquistare maggior convinzione, si leggano nel Monitore romano, tra i vari proclami pubblicati allora in Francia ed ivi riportati, quelli della Mon-

  1. Vedi Monitore del 21 giugno, pag. 609. — Vedi Speranza dell’epoca del 22 giugno.
  2. Vedi Monitore romano, pag. 610.