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Ma con tutto ciò tra per le non pattuite guarentigie che lasciavano esposti i Romani agli sdegni dei vincitori, per il livore dei vinti, e pel terrore inspirato dalle uccisioni del giorno o dalle minacce di uccisioni e di sangue, i cittadini rimaser tutti in istato di costernazione, e quindi nel più assoluto silenzio e riservatezza. E così viene spiegato luminosamente il perchè all’entrar de’ Francesi nella città ella apparisse cupa, silenziosa, e deserta.

Se questi motivi ragionevolissimi per comandare il silenzio non avessero esistito, non vi ha dubbio veruno che una gran parte della popolazione si sarebbe recata loro incontro per festeggiarne l’ingresso. Le unanimità non esistono: elleno sono o finzioni o violenze. Ogni città è composta di uomini parteggianti, chi pel vecchio, chi pel nuovo ordine di cose. Questa è la verità. Ma la verità nella nostra rivoluzione stette sempre in fondo di un pozzo.

Così finì l’assedio di Roma.

Ora crediamo di dover riportare la lista dei morti e feriti ch’ebbero i Francesi durante l’assedio, desumendone le cifre dall’opera più volte citata del generale, ora maresciallo, Vaillant direttore del medesimo. Eccola: