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Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/686

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682 storia



CAPITOLO XIX.


[Anno 1849]


Ciò che accadde dal 4 al 15 luglio 1849. — Stato dello Spirito pubblico. — Astuzie dei mazziniani per organizzare la intimidazione. — Disposizioni adottate dai Francesi. — Disarmo della guardia civica, con promessa del generale Oudinot di ripristinarla. — Fallacia della sua promessa. — Commissione di ricuperamento e restituzione degli oggetti requisiti. — Abolizione dei giornali. — Ministri provvisori.— Il municipio repubblicano. — Iscrizione decretata e preparata in marmo pel senatore Sturbinoti. — Nuova commissione municipale provvisoria. — Lettera del commendatore Kolb, incaricato di affari di Wùrtemberg, al generale Oudinot, in rettificazione della protesta dei consoli inviata al campo francese il 25 di giugno. — Disposizioni per la festa del 15 luglio, destinata pel ripristinamento del governo pontificio. — Il generale Oudinot e il suo stato maggiore al tempio vaticano. — Te Deum. — Discorsi di monsignor Marino Marini e del Cardinal Tosti al generale. — Risposte del medesimo. — Applausi che ricevette. — Illuminazione della città la sera del 15 luglio.


Roma col 4 di luglio entrava in una nuova fase. Distrutto era il governo di Mazzini, infranto il suo scettro triumvirale: ma lo spirito repubblicano non si dava per vinto, e la intimidazione teneva tuttora gli animi titubanti e compressi. Le uccisioni del 3 di luglio erano una minaccia ad un tempo ed un avvertimento; e quegli spettacoli atroci non permettendo allo spirito pubblico di manifestarsi liberamente, facevan sì che Roma perseverasse in realtà sotto l’impero del terrore. Tu non sapevi sotto qual regime fosse passata la eterna città: imperocchè se non era più. una Roma repubblicana, tracce tu non vedevi neppure di una Roma clericale; e la chieresia avvilita e sbandeggiata peritavasi nell’ombra, quasi che non avesse coraggio di ricomparire restaurata e fidente.