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della rivoluzione di roma 701

Della grazia e giustizia si nominava commissario straordinario l’avvocato Piacentini; delle finanze l’avvocato Lunati; dei lavori pubblici, dell’agricoltura e del commercio il professor Cavalieri.1 All’interno era stato proposto l’avvocato Pasquale De Rossi, ma avendo esso ricusato, venne invece designato l’avvocato Marc’Antonio Ridolfi; e l’ambasciatore di Francia de Rayneval si recò da me che scrivo i presenti fogli, affinchè gli suggerissi una persona che influir potesse sull’animo del Ridolfi per determinarlo ad accettare. La persona fu trovata, fu parlato all’avvocato, ma esso si ricusò ricisamente. In quella occasione imparammo che il governo di Francia voleva impiantare in Roma un governo sagement libéral. L’avvocato Pietro Tinelli, antico assessore del ministero dell’interno, vi riprese provvisoriamente fin dal 7 di luglio le sue funzioni e fu incaricato di organizzare il servizio di quel ministero; 2 egli però rimase in officio pochi giorni soltanto. Anche il Lunati non restò in officio che pochi giorni, o subito gli sottentrò il computista Angelo Galli.3

Continuando la narrazione delle disposizioni governative, rammenteremo siccome il 9 di luglio venne emessa un’ordinanza di polizia colla quale prima di tutto stabilivasi lo arresto di coloro ai quali si era rilasciato il passaporto ed ingiunto di partire da Roma, se non ne fosser partiti entro le ventiquattr’ore. In secondo luogo si ordinava agli stranieri autorizzati a rimanere in Roma, di presentarsi entro cinque giorni, dall’indimani, agli offici delle presidenze regionarie per ottenere il foglio di sicurezza. Quindi si prescriveva ai forestieri che venivano in Roma di presentarsi entro le ventiquattr’ore alla polizia per fare apporre il visto ai passaporti e ricevere la carta di sicurezza. Gli albergatori infine, gli altri che affittavan case, ed anche coloro

  1. Vedi Giornale di Roma dell’11 luglio.
  2. Vedi detto del 13 luglio.
  3. Vedi detto del 16 luglio.