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Così gli eroi delle barricate, dopo aver sedotto ed eccitato i Romagnoli, li abbandonarono agli artigli dell’aquila bicipite. Le province insorte vennero rioccupate, e la reazione alzò il capo in tutto il suo vigore.

Mentre veniva assunto Gregorio XVI allo impero delle somme chiavi nel febbraio del 1831, auspicavano i primordi la rivoluzione e assorbiva le prime sollecitudini del nuovo papa per incatenarla. Non poteva pertanto l’incolpabile monarca e pontefice non vederla con occhio torvo e sdegnoso, e cercare di schiantarla e combatterla validamente. A tal uopo rafforzato lo spionaggio, create le commissioni inquisitorie, introdotti i centurioni nelle provincie, raddoppiati i rigori, dovette iniziare con questi il suo regno. Da qui la contrarietà sua pei congressi scientifici, per le strade ferrate, e in genere pei moderni ordinamenti. Ebbe fama di papa dotto e retrivo: e nato sotto la dominazione austriaca, austriaco si disse fino alle midolle, e quindi nemico dichiarato ed aperto della rivoluzione italiana.

Quanto però alla contrarietà sua pe’ congressi scientifici, dette saggio papa Gregorio di politico accorgimento avversandoli, poiché a rivoluzione scoppiata i rivoluzionari stessi ci confessarono che la scienza non ne fu che il pretesto, e che servirono invece per preparare la rivoluzione e coordinarne lo svolgimento.

Dobbiamo a Gregorio XVI la introduzione del bollettino delle leggi, raccolta utilissima che prima non si stampava, e la riforma del codice di procedura civile la cui compilazione affidò ad una commissione composta dei giureconsulti Giuseppe Maria Bartoli, Vincenzo Cini, Pietro Brenda, Bartolomeo Belli, e Camillo Ciabatta. Dobbiamo ugualmente a quel pontefice che un pubblico cimitero fosse formato al campo Verano. E pure lui imperante, e per opera del suo ministro delle finanze Cardinal Tosti, vennero introdotti i battelli a vapore pel servizio del Tevere, fu costruita l’aula capitolare in san Giovanni in Laterano, e selciata la piazza tragrande di quell’arcibasilica. Venne anche