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Capitolo XVII. — [Anno 1849.] | ||
Agitazione in Roma del 1° e 2 giugno per il rifiuto del generale Oudinot alle proposizioni del Lessepe. — Denuncia della cessazione dell’armistizio. — Disposizioni dei Romani per la resistenza. — Il generale Oudinot attacca i Romani il 3 di giugno e non il 4 come aveva promesso. — Onorevole resistenza dei Romani e dei loro ausiliari per la massima parte non romani. — I Francesi restano padroni delle posizioni. — Lettera del generale Oudinot al comandante dell’armata austriaca. — Discorso del medesimo al colonnello Buenaga spagnolo ed ai colonnelli napolitani d’Agostino e Nunziante. — Incominciamento dell’assedio regolare e progressi delle operazioni strategiche fino all’ingresso dei Francesi per le brecce nella notte dal 21 al 22 di giugno. — Racconto della sortita dei Romani detta Vincamiciata. — Pratiche del generale Ondinot per arrestare le ostilità. — Romani non vogliono cedere. — Rigori usati dal governo romano per tener celati i progressi dei Francesi nelle operazioni dell’assedio. — Disposizioni governative dal 1° al 22 di giugno. — Il Mazzini racconta il 20 all’assemblea la mala riuscita della rivoluzione tentata dal Ledru-Rollin in Parigi. — Le cose di Roma volgono a mal fine per i rivoluzionari
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Capitolo XVIII. — [Anno 1849.] | ||
Cose occorse dal 23 giugno al 3 luglio 1849. — I Romani dopo l’ingresso dei Francesi per le brecce, perseverano impavidi nella resistenza. — Ritorno dell’acqua Paola già tolta dai Francesi. — Morte del general Ferrari. — Il corpo consolare dimanda al generale Oudinot di desistere dal bombardar la città. — Saa risposta. — Proseguimento delle operazioni dell’assedio. — Il dottor Doglioso s’interpone in favore della repubblica romana. — La cupola di san Pietro illuminata la sera del 29 giugno festa di san Pietro. — I Francesi attaccano definitivamente Roma sul Gianicolo nella notte dal 29 al 30. — Zuffa micidiale che ne seguì, e morte del Manara comandante la legione lombarda. — Roma desiste dalle difese. — Sforzi disperati del Mazzini e de’ suoi per la resistenza. — Il Garibaldi vi si oppone, e abbandona Roma il 2 luglio con 4 o 5,000 uomini, e lungo codazzo di compromessi. — Ultimi atti dei repubblicani. — La commissione delle barricate emana il suo ultimo proclama. — Uccisione
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