Pagina:Storia della rivoluzione piemontese del 1821 (Santarosa).djvu/27

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guevali soltanto dai loro antecessori, e per nulla eredi della dottrina ed austerità de’ nostri antichi senatori, venivano meno nella stima del pubblico di giorno in giorno, per rancidume di massime e per ismodata cupidigia, che rese persino famigerato taluno di essi.

Insopportabile oltre ogni dire appalesavasi il sistema del governo nel niun conto in che teneva il diritto di proprietà. Le patenti e le regie delegazioni non verranno così presto obliate in Piemonte, e gli stranieri durano fatica ad intenderci quando loro ne facciamo parola. E come infatti, può egli mai concepirsi, nell’Europa incivilita, e nel decimonono secolo, che un debitore possa ottenere dal principe una dilazione a pagare il suo creditore, senza il costui consenso? Che un venditore con diritto di riscatto possa essere ammesso a prevalersene anche spirato il termine pattuito? Che un proprietario rovinato trovi una protezione palese e legale che chiuda le vie della giustizia ai suoi creditori, sforzandoli loro malgrado ad accettare transazioni che lascino agiato il debitore ed intralciati i loro affari?1

Consimili favori concedevansi a nobiltà di natali, lasciando però aperto l’adito a benevolenza e pro-

  1. Accadeva pure che il Governo privava un cittadino dell’amministrazione de’ suoi beni, senza far precedere formalità alcuna di giudizio. E per citare un esempio dei più conosciuti, il cav. Prierio di padrone assoluto di un asse a niuna sostituzione soggetto, si vide ad un tratto interdetto in forza di un regio rescritto. Egli ebbe un bel dire e provare che non avea debiti, invano chiese gli fosse instruito un processo, tutto fu inutile, e pel semplice volere del principe dovette rimanersene privo dei diritti civili.