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XI

nel mondo cattolico, che li riguarda e li onora intemerati custodi dei doveri e dei diritti confidati loro dall'autore e legislatore divino. I papi, che nell'età decorse erano arbitri e conciliatori delle grandi sociali vertenze insorte fra i principi della terra, sostennero sempre i diritti di una legittima libertà correggendo i sovrani senza rendere arditi i sudditi, assoggettando i sudditi ai sovrani senza renderli schiavi, recarono immortali beneficî alla società attuale allorché quando opposero una fermezza incrollabile alle intemperanze del conquistatore del secolo, armati di un coraggio che emulò quello dei primi tempi, e quando alzarono barriera di savie leggi e di paterne sollecitudini alla dominante corruzione della età nostra.

A Roma è rivolto lo sguardo dell'universo, a Roma che ha più influito al progresso sociale del genere umano di quello che effettuarono gli sforzi congiunti di tutti i governi civili di Europa. La città eterna oggetto dei voti, meta dei desiderî di quanti sono cattolici sparsi sulla superficie del globo, deve ai papi tutta la sua religiosa, politica e artistica rinomanza. Senza essi non potrebbe Roma sostenere il paragone delle altre capitali di Europa: diviene con essi maestra ai popoli della terra. Come la loro potenza fu conservatrice generosa delle arti vetuste così fu creatrice magnanima delle arti novelle.