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74 VITA DI PIO VII

vasi l’inerme e mansueto pontefice io sguardo dell’Europa era rivolto a Napoleone, che con uno slancio meraviglioso e con immensi sacrifici, ristorate le perdite, riorganizzato l’esercito, disponevasi a nuova guerra. La Prussia stanca delle umiliazioni durate stavasi unita per desiderio di vendetta all’Inghilterra e alla Russia: accostavasi alla lega la Svezia, smaniosa anch'essa di scuotere il giogo dell'insopportabile signore e riacquistare le provincie con grave dolore sacrificate all'amicizia di Francia. E poichè la stagione correva propizia, e gli animi erano meravigliosamente concitati, si aprì la campagna. La battaglia di Lutzen guadagnata coi coscritti il due maggio mille ottocento tredici, rialzò le speranze napoleoniche. Perdea, è vero, i duchi d'Istria e del Friuli, Bessières, e Duroc, decimava la valorosa legione italiana capitanata da Pieri, ma rialzava il coraggio del grande esercito, e abbattea le speranze e i progetti delle potenze alleate. Un paggio spedito dalla corte recava a Fontainebleau lettera di Maria Luigia per partecipare al papa la vittoria ottenuta sugli alleati. A questo atto che in apparenza cortese veniva a ribadire le catene di Pio, dovevasi una risposta. Inteso il parere dei cardinali si deciso usar parole freddamente urbane per non mostrar compiacenza di un avvenimento che aggravava le condizioni del prigioniero. E poichè era a prevedersi che avrebbero i giornali dell'impero facilmente quella lettera pubblicata, vi s'innestò qualche lagnanza intorno all'arresto del cardinal di Pietro e alle sevizie di cui era egli la vittima. Tanto bastava a far cessare da una corrispondenza, che poteva assumere un carattere pericoloso. A quella prima battaglia guadagnata seguiva la vittoria di Boutzea, di Wurschen, la strage portata sull’Elba, la occupazione di Dresda. Tanta fortuna spaventò la coalizione. L'Austria, che meditava nuove alleanze, si offerse mediatrice fra le parti belligeranti: le imprese di guerra se non paralizzate farono interrotte da quelle della diplomazia, che conchiuse a Plesswitz un armistizio e scelse Praga per trattare della pace definitiva. Giovandosi l’imperatore dello