Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/360

Da Wikisource.
108 VITA DI PIO VII

sublime per cui giustamente lo disse il suo compagno di viaggio e d’esilio, cardinal Pacca, il mitissimo degli uomini: tanto le delicate disposizioni del cuore portava distintamente impresse nelle esteriori apparenze! Atteso sull'atrio della basilica dai cardinali, che erano in Roma, il duca di York fra questi, vide genuflessi ai suoi piedi Carlo Emmanuele IV re di Sardegna, Maria regina di Etruria, e i suoi figli, la duchessa di Chablais. Entrato nella basilica, circondato dalla prelatura romana e dai personaggi, che lo aveano seguito, pregò innanzi alla tomba del principe degli apostoli e dopo aver ricevuta la benedizione eucaristica con l’istesso treno si recò al quirinale, ove rivide il sacro collegio, il senato, gli ambasciatori e i ministri delle potenze straniere, quindi dalla gran loggia all'immenso popolo radunato sulla piazza compartì la benedizione apostolica.

XI. All'apparire della sera presentò la città nuovo e imponente spettacolo. Parve inondata da un torrente di luce: dai più vasti palagi alle case più umili, dalle più splendide basiliche ai più piccoli templi videsi decorata di lumi che, disposti a disegno, ora secondavano le linee architettoniche, ora davano agli edifici un aspetto tutto diverso. È duopo il confessare che Roma oppressa da aspre vicende, incendi, saccheggi, demolizioni perpetrate dai barbari e dalle fazioni cittadine, sempre sicura nei suoi destini, si tenne costantemente al di sopra delle umane catastrofe e non rinunciò mai al sentimento della propria grandezza. L'impero trasportato a Costantinopoli, la sede del regno italico stabilita a Ravenna, la corte pontificia trasferita ad Avignone non bastarono ad umiliarla. Occupata dalle armi francesi, obbligata a mandare i suoi figli nelle ardenti spiagge dell Andalusia e nelle fredde regioni del nord per servire al capriccio di un despota, governata militarmente, preparavasi al nonlontano trionfo così che nè nuovo, nè inaspettato giungevale. La curia innocenziana, i palazzi Ruspoli, Sciarra, Verospi, Borghese si distinsero su tutti. L'accademia di Francia a villa Medici volle alla illuminazione aggiungere i fuochi di artificio: ovunque sorgevano