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32 VITA DI PIO VII

mortalmente ferito Duphot: colpo deplorabile, che infinite vendette chiamava sull’innocente città e sul pontefice già vecchio e logoro dai lunghi mali. Insensibile a tutte le rimostranze allontanavasi l'ambasciatore, segno manifesto di guerra inevitabile, perchè desiderata. Il direttorio di Francia calunniando il governo pontificale, qualificando il tristo evento non come effetto delle ingiuste provocazioni ma come disegno espresso del papa, ordinava a Berthier l'occupazione di Roma1. Precipitiamo i racconti, tanto strazianti e lacrimevoli ci sembrano i casi, che vennero a turbare la tranquillità di un popolo innocente, di un sovrano magnanimo e generoso. Berthier, preceduto da proclami incendiari in data di Ancona, movea in nome della potentissima repubblica francese a danno della pacifica ed inerme città. Quando ebbe l’esercito varcati gli appennini, ordinava prudentemente Pio VI ai suoi soldati di non opporre armi ad armi, ma di sgomberar passo passo a misura che avvicinavasi. E quando il dì dieci febraro l’armata repubblicana, sotto la condotta di Berthier, accampavasi in faccia a Roma sul monte Mario, ove piantava i cannoni a nostro danno, facea sgomberare castel sant’Angelo, togliea dai presidi la truppa pontificia, imponea al suo popolo di rispettare il generale francese, che a modo di trionfatore fra grosse squadre di cavalleria entrava in Roma, che assistea a quel lacrimevole spettacolo attonita e dispettosa. Non mancarono al buon papa le proteste e le assicurazioni portategli dal general Cervoni2, che da parte del Berthier recavasi al Vaticano per inchinarlo.

  1. Così suonavano gli ordini a Berthier « Il Direttorio esecutivo, cittadino generale, ha veduto colta più viva indignazione la condotta, che tenne la corte di Roma verso l'ambasciatore della repubblica francese. Gli assassini del valoroso generale Duphot non resteranno impuniti. È volere del direttorio, che voi vi portiate immediatamente su Roma, e più segretamente, che sarà possibile.
  2. Dal palazzo del Quirinale, ove avea preso stanza, scrivea al generale Bonaparte Berthier, che avea trovata Roma immersa in un terrore profondo, e quel che fa più meraviglia, che un solo romano erasi a lui presentato per offerirgli di dar libertà a due mila galeotti. Ecco i difensori su i quali potea far conto la repubblica francese!