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LIBRO I 59

di Aragona Naselli generale delle armi napolitane, che occupavano la capitale, per il quale avvisavasi giunto il momento desideratissimo da re Ferdinando IV, di riporre sull’augusto trono di Pietro il romano gerarca: giudicherebbero fra poco i popoli soggetti alla podestà pontificia sacra e immancabile la parola di re; vedrebbero a non molto la capitale e le provincie rivendicate pel valore napolitano dalle mani degli usurpatori, dalla magnanimità del piissimo principe a Pio VII liberamente restituite: tacea che il commodoro Troubridge comandante degl’inglesi per non abbandonare i suoi vascelli avea affidata Roma e lo stato pontificio agli alleati e ad un corpo di soldati russi fatti recentemente venire da Napoli. La commissione cardinalizia creata dal papa contemporaneamente per pubblico proclama annunciava il di ventidue giugno Pio VII impaziente di essere in mezzo ai romani per consolarli dopo aver pianto con essi non meno le sofferte sventure, che quelle restavano a sopportarsi. Egli, aggiungevano, tutto si occupa del vostro bene e vorrebbe perfino cancellar la memoria dei vostri errori passati ma, se non potrà cicatrizzare le vostre piaghe profonde, ne dividerà con voi il dolore, ne andrà sollecitando la cura: alle sue, alle vostre lacrime di duolo, conchiudevano i legati a latere, succedano ormai quelle della tenerezza e della consolazione, che avete già incominciata a dimostrare all'arrivo di ognun di noi. Due giorni precedenti l'ingresso di Pio VII in Roma unito all’editto del pro segretario di stato Consalvi leggeasi il proclama pubblicato in Ancona dai commissarî austriaci Antonio de Cavallar e Camillo Conte della Gherardesca: « Con quella stessa magnanimità, diceasi in esso, con cui non ha s. m. l'imperatore omesso verun sacrificio per la liberazione degli stati di santa sede, vuole ora rimettere nel pieno possesso il sommo pontefice Pio VII. In seguito di tale sovrana determinazione si ordina a tutte le reggenze, governi, magistrati, giudici ed altre autorità costituite, sotto qualunque nome esse siano, finora dipendenti dalla imperiale commissione civile stabilita in Ancona di uniformarsi pienamente fino dal dì d'oggi a quegli ordini, che piace-