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LIBRO II | 73 |
campo sanguinoso di Marengo, ebro com'era d'una vittoria che assicuravagli il dominio della Francia, pensiero che andava accarezzando da tanto tempo, diriggevasi egli al sommo pontefice, e questi prestavasi volentieri a trattative, il cui scopo era così rispettabile e così conveniente al suo apostolico ministero. Primo frutto di esse fu l'invio del prelato Spina arcivescovo di Corinto nunzio apostolico a Parigi1. Il suo arrivo in quella città, chiusa sino allora ai rappresentanti di Roma potea dirsi un grande avvenimento2: davansi infatto da Bonaparte parole di pace e studiavasi dimostrare l'amor suo verso la religione rialzando gli altari che la rivoluzione aveva atterrati. Con breve in data del tredici settembre Pio VII annunciava a tutto 1'episcopato francese, che oramai andava in quelle contrade per favore del console a ristabilirsi la religione cattolica, che per il corso di quattordici secoli avea fatto della Francia una monarchia potente e felice: consolanti parole che corsero come scintilla elettrica pel vasto reame a conforto delle anime pie, cui era noto che le credenze religiose, le pratiche di pietà sono ajuto efficace alle leggi civili, freno potente alle passioni, eccitamento valevole a vivere temperato e modesto. Ella era una verità, che i francesi ove
si fosse innalzata l'insegna di Cristo, ivi sarebbero corsi ansiosamente, benedicendo a quella autorità che l'aveva promossa ed assicurata3.
- ↑ Quell’istesso che avea accompagnato Pio VI prigioniero in Francia, che lo aveva assistito in Valenza al letto di morte, che presentò al successore l'anello donato a quella vittima del dispotismo dalla pietà della regina di Sardegna Maria Clotilde sorella dell’infelice Luigi XVI.
- ↑ Davasi compagno all’arcivescovo Spina il padre Caselli ex generale dei padri serviti, uomo versatissimo nel diritto canonico.
- ↑ Procedeva cautamente Pio VII nelle trattative quantungue nulla più fossegli a cuore della effettuazione del concordato. Vedremo come si fecero all'oggetto preghiere in Roma, si tennero congregazioni cardinalizie alla presenza del papa, s’intese il parere dei canonisti e dei teologi della capitale prima di conchiudere questo atto che dovea decidere della pace di Roma e della prosperità della Francia. Nell’allocuzione da Pio VII pronunciata narrasi che eguali trattative tre secoli innanzi erano state stabilite fra Leone X e Francesco I, dopo la battaglia di Marignano, famosa battaglia, che il maresciallo Trivulzi solea chiamare combattimento dei Titani. A quei due monarchi deve l'Italia e la Francia il risorgimento delle lettere e delle scienze.