Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/111

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[Antichissime furono in Egitto..] §. 8. Fiorirono le arti in Egitto da’ secoli più rimoti; e se è vero che Sesostri1 vivesse oltre trecent’anni prima della guerra di Troja, avremo in conseguenza che da que’ tempi vedeansi già in quel regno per ordin suo innalzati i grandi obelischi, che or veggonsi in Roma2. Costruironsi pure superbi edifizj a Tebe, mentre oscure ancora e fra le tenebre erano le arti tutte presso i Greci3. Questo sì precoce avanzamento delle arti in Egitto sembra doversi alla popolazione di quel regno, e alla potenza de’ suoi re, per le quali cose si poterono facilmente perfezionare le scoperte fatte da alcuni uomini ingegnosi, o presentate dal caso; e tale popolazione, e potenza de’ re in Egitto si dovea principalmente alla situazione e alla natura del paese. Godendo questo d’una temperatura sempre eguale, e sotto un clima caldo4, forniva agevolmente ai bisogni tutti della vita5, e i suoi abitatori lasciar potevano poco men che ignudi i loro figli negli anni della fanciullezza, onde la moltiplicazione della specie doveva essere presso di loro singolarmente eccitata6. La natura ha formato dell’Egitto per la sua situazione un regno, a così dire, isolato, indivisibile, e per conseguenza possente, facendovi scorrere in mezzo un grandissimo fiume, e dandogli per confine da settentrione il ma-


re,
  1. V. Not. ad Tac. Ann. lib. 2. cap. 60. pag. 252. edit. Gron., Vales. Not. ad Amm. lib. 17. c. 4. pag. 160. e seg., et Warburthon Essai sur les hierogl. Tom. iI. p. 608. e segg.
  2. Gli obelischi di Roma non furono tutti fatti alzare da Sesostri in Egitto. Plinio l. 36. c. 9. sect. 14. num. 5. dice che uno solo eretto da quel sovrano ce ne fosse fatto trasportare da Augusto, e collocato in campo Marzo. Uno si crede fatto alzare colà dal di lui figlio, uno da Ramesse, altri da altri. Vegg. Mercati nel suo libro degli Obelischi, e Goguet l. c. cap. iiI. art. I.
  3. Vegg. Goguet l. c.
  4. È caldo, ma soffribile, nell’estate. Nell’inverno è incostante, e freddo, principalmente la notte. Dapper Descript. de l'Afriq. pag. 93. Erodoto, il quale l. 2. c. 77. pag. 138. dice che le stagioni in quelle parti non si mutano, dovrà intendersi della maggior parte dell’anno, e in un senso più esteso.
  5. Diodoro Biblioth. l. 1. §. 34. p. 40.
  6. Non pare troppo plausibile questa ragione. Plinio l. 7. c. 3. sect. 3., Solino c. 1. pag. 4. E., Seneca Nat. quæst. l. 3. c. 25. attribuiscono alla qualità delle acque del Nilo la quasi prodigiosa moltiplicazione della specie in quel regno, ove essi ll. cc., e Paolo nella l. Antiqui 3. ff. Si pars her. pet. dicono essere cosa frequente, che le donne sette figli diano a luce in un sol parto.