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Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/497

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n e l l e   v a r i e   f i g u r e , e c. 387

studiarono al par de’ filosofi la natura e le proprietà de’ bruti; e diversi maestri in questa parte principalmente si distinsero: Calamide fu valente nel far cavalli1, e Nicia ne’ cani2: la vacca di Mirone è la più rinomata delle sue opere, e fu celebrata da molti poeti3: vantavasi pur un cane dell’artista medesimo, e un vitello di Menecmo4. Leggiamo eziandio che talora imitavano dal naturale le bestie feroci: così Pasitele, dovendo rappresentare un leone, avealo vivo sotto gli occhi5.

§. 12. Bellissimi leoni e cavalli di antico lavoro si sono fino a noi conservatisi, sì in istatue e in bassi-rilievi, che su medaglie e gemme. Il leone sedente di grandezza più che naturale in marmo bianco, il quale stava altre volte sul porto di Pireo in Atene, ed or è posto all’ingresso dell’arsenale di Venezia, dee senza dubbio annoverarsi fra i più pregevoli monumenti dell’arte. Il leone in piedi del palazzo Barberini, che è pur di grandezza più che naturale, e fu cavato da un sepolcro, ben presenta il re degli animali in tutta la sua terribile maestà. Bellissimi sono, sì pel disegno che pel conio, i leoni sulle monete della città di Velia6. Coloro però, i quali ebbero più d’una volta occasione di ben esaminare de’ leoni naturali, assicurano che nelle antiche figu-


C c c ij re


  1. Plinio lib. 34. cap.8. sect. 119. §. 11.
  2. Lo stesso lib. 35. c. 11. sect. 40. §. 28. Da lui pure nel lib. 34, sono lodati per la loro singolarità un cane fatto da Mirone, cap. 8. sect. 19. §. 3. pag. 650.; alcuni fatti da Lisippo, ivi §. 6. pag. 652.; uno dipinto da Protogene, lib. 35. cap. 10. sect. 36. §. 20. p. 699. lin. 12.: ma sopra tutti loda lib. 34. cap. 7. sect. 17. come un portento, un cane di bronzo, che si lambiva una ferita, collocato già nel tempio di Giunone in Campidoglio, e poi consunto dal fuoco nella sedizione dei Vitelliani; del quale tanta premura si aveva, che per pubblico decreto si dava in guardia ad uno sotto pena della vita, credendolo impagabile a denaro.
  3. Vedi Anthol. lib. 4. cap. 7., Ausonio Epigr. 58-68., Tzetze Chil. 8. hist. 194, v. 371., Plinio lib. 34.. cap. 8. sect. 19. §. 3. Properzio lib. 2. eleg. 31. v. 7. e 8. dice. che intorno all’ara dell’Apollo Palatino vi erano quattro vacche fatte da Mirone forse saranno state diverse da quella, e meno celebri.
  4. Plin. lib. 34. cap. 8. sect. 19. §. 18.
  5. Idem lib. 36. cap. j. sect. 4. §. 12.
  6. È degno d’essere veduto un bellissimo leoncino in breccia gialla di circa due palmi, con denti, e lingua di marmo rosso, e unghie di color naturale, commessi, ritrovato alcuni anni sono in uno scavo fatto nell’orto delle Mendicanti vicino al Colosseo, e al presente custodito nel Museo Pio-Clementino nella stanza degli animali.