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d e g l i E d i t o r i V i e n n e s i . | xlj |
ciullezza una grande inclinazione all’Antiquaria1. Suo primo maestro e quasi padre fu certo Toppert rettore della scuola di quel paese, il quale avendo in seguito perduta la vista, scelse Winkelmann per sua guida, compagno, e lettore; e questi n’ebbe il doppio profitto di aver un’istruzione continua d’un maestro savio, e affezionatogli per riconoscenza, e di poter tutta volgerne a piacere la piccola biblioteca. Allora egli accoppiò ai suoi studj ordinarj una lettura immensa e variata, sì vantaggiosa all’uom di talento, sì perigliosa per un ingegno mediocre, e sì inutile per un cervello ottuso. Studiò le lingue morte, e vi fece progressi superiori alla sua età: leggeva avidamente gli antichi classici, e molto occupavasi della geografia; ma il suo studio favorito era l’Antiquaria. Quindi andava a metter sossopra le colline arenose di Stendal per ritrovarvi delle urne antiche, guidatovi dal solo suo genio, ancorché non avesse alcun fondamento di sperarne un buon successo. Cominciò Winkelmann a cercar delle olle, e finì la sua carriera coll’esaminare l’Apollo, il Laocoonte, la Venere Medicea, e collo scrivere la Storia delle Arti del Disegno.
Osservavasi già a que’ tempi in lui una grande indifferenza per quelle che chiamansi scienze esatte e sublimi; onde seguendo egli la sua inclinazione, s’applicò principalmente allo studio della sana filosofia, e della storia, che erano le più confacenti al suo scopo.
In sua patria venne sovente ripreso perchè, trascurando la lingua natia, tutto s’occupasse nello studio degli antichi idiomi, e della stessa lingua ebraica che di poco e di nessun
utile essergli potea2; ma con tale studio egli formavasi
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