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presso i Greci e presso i Romani. 99

rezza medesima dava alle loro figure una certa grandezza e maestà. Direbbesi che l’arte era dura, come la legislazione di que’ tempi, che ogni leggiero misfatto punìa colla morte1. In questi caratteri dell’antico stile v’ha una degradazione tanto maggiore, quanto che per lunghissimo tratto di tempo esso durò; onde una grandissima differenza si ravvisa tra le opere prime e le ultime, comechè appartengano tutte ad uno stile medesimo.

§. 17. Dovremmo credere che durasse tuttavia quest’antico stile in Grecia anche quando le arti fiorivano, se prestar volessimo una piena fede ad Ateneo2. Narra questo scrittore che il poeta Stesicoro fu il primo a rappresentar Ercole colla pelle di leone, colla clava, e coll’arco; ed Ercole così armato vedesi in molte gemme dello stile antico. Ora Stesicoro, contemporaneo di Simonide, viveva all’olimpiade lxxii.3, cioè nel tempo in cui Serse mosse contro la Grecia; e Fidia, il quale portò l’arte al suo più alto punto di perfezione, sioriva nell’olimpiade lxxxiii.4, vale a dire pochi anni dopo. Converrebbe dunque credere che nello stile antico ancora si lavorasse in Grecia, quando lo stile bello già vi si era introdotto. Ma Strabone riferisce a più antichi tempi la rappresentazione de’ mentovati attributi di Ercole5, facendone inventore Pisandro, coevo d’Eumolpo come voglion taluni, mentre altri vogliono che fiorisse nella xxxiii. olimpiade; ed avverte che le più antiche figure d’Alcide né clava aveano né arco.

[Imitazione di esso fatta ne’ tempi posteriori]

§. 18. Bisogna però essere ben cauto quando giudicare si vuole dell’età d’un antico lavoro; poiché ha talora tutta l’apparenza d’un Antico etrusco o greco ciò che non è forse


N 2 se


  1. Thucyd. lib. 3. cap. 45. pag. 195.
  2. Deipnos. lib. 12. cap. 1. p. 512. in fine. Couf. Descript. des pierr. grav. du Cab. de Stosch, cl. 2. sect. 16. n. 1718. pag. 275.
  3. Bentley’s Dissert. up. Phalar. pag. 36.
  4. Plinio lib. 34. cap. 8. sect. 19., ovvero lxxxiv. secondo la lezione di Arduino.
  5. Geogr. lib. 15. pag. 1009. B. Tom. iI.