Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/133

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presso i Greci e presso i Romani. 127

Sappiamo altresì che ne’ più antichi tempi, e prima anche di Fidia, indicavasi il lume dell’occhio sulle monete1, onde appare che gli artisti abbiano Tempre con maggior minutezza lavorato il bronzo che i marmi. E’ probabile però che abbiano cominciato a ciò usare prima nelle teste ideali d’uomo che in quelle di donna; poichè il secondo de’ due mentovati busti, che sembran essere dell’istessa mano, ha le sovracciglia indicate semplicemente con un arco affilato alla maniera antica.

[... e dall’introdottosi stile egiziano.]

§. 3. La decadenza dell’arte dovè necessariamente scorgersi da coloro, che ne paragonavano i lavori colle opere le egiziano, dello stile sublime e bello; e quindi è da crederli che alcuni siansi argomentati di richiamare la grande maniera de’ loro rinomati maestri. E poiché tutte le cose umane fono in una rivoluzione perpetua, per cui si va a terminare ove erasi incominciato; quindi avvenne che gli artisti, volendo riformare gli abusi, imitarono lo stile antico, il quale pe’ contorni poco men che retti molto all’egiziano s’assomiglia. In questo senso congetturai una volta doversi intendere un oscuro passo di Petronio, ove parla della pittura, e che io intesi dell’arte generalmente presa. Parlando egli della decadenza della pittura, l’ascrive fra le altre cagioni ad una certa maniera egiziana introdottavisi, dicendo: Pictura quoque non alium exitum fecit, postquam Ægyptiorum audacia tam magna artis compendiariam invenit2. L’oscurità di questo passo consiste principalmente nella voce compendiariam; e alcuni commentatori, come Burmanno, si sono contentati di addurre altri testi, ove la medesima parola s’incontra, mentre altri hanno ingenuamente confessato di non intenderla, e di non aver nemmeno congetture da proporre per ispie-


gar-


  1. Come lo è nella moneta d’Alessandro il Grande data qui avanti alla pag. 105., presa dal Museo Borgiano in Velletri.
  2. Petron. Sat. pag. 10.