Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/343

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per cibo de’ pesci (ad murænas) lo schiavo che ruppe un prezioso vaso di cristallo, mentre avea seco a mensa Augusto. L’imperatore allora fece spezzare tutti que’ vasi acciò Pollione non avesse più motivo di usare una simile crudeltà1, Questa peschiera sussiste intera, e v’è tutta l’apparenza che le due grate di bronzo, per le quali passa l’acqua, siano ancora le antiche. Non so se alcuno scrittore abbia sinora ben esaminato questo ragguardevole monumento.

[Tiberio non favorì le arti.] §. 17. Degli artisti che fiorirono sotto i primi successori d’Augusto, appena sono a noi pervenuti alcuni nomi. Star dovean assai male sotto Tiberio, che poco fece edificare2; e poiché con ogni sorta di pretesto per mezzo d’iniqui emissarj spogliava de’ loro beni i ricchi di tutte le provincie3, è naturale che niuno avrà voluto impiegar l’oro per avere de’ sontuosi lavori esposti all’avidità dell’imperatore e de’ suoi ministri. Non s’innalzò d’ordin suo altra fabbrica, fuorché il tempio d’Augusto, a cui nemmeno diè compimento4. Fece prendere a Siracusa, per collocarla nella biblioteca palatina, una statua d’Apollo detto Temenite5 dalla fonte Temene da cui prendeva il nome un quartiere di quella città. Vero è che Tiberio, essendogli stato lasciato in legato un quadro immodesto di Parrasio, o una somma considerevole in vece di esso se non gliene fosse piaciuto il soggetto, il quadro preferì al denaro6; ma ciò dimostra la sua inclinazione alle cose lubriche anziché l’amor suo per le arti. Avvilite erano allora le statue, perchè sovente ergeansi in ricompenfa a’ delatori7.

[...sue teste]

§. 18. Rare sono le teste di questo imperatore, e molto più che quelle d’Augusto; due però se ne vedono nel museo

Tom II. V v Ca-


  1. Seneca De ira, lib. 3. cap. 40.
  2. Suet. in Tiber. cap. 47.
  3. ibid. cap. 49.
  4. idem in Cajo Calig. cap. 21., Xiphil. in Cæs. Aug. in fine, pag. 192. E.
  5. Suet. in Tiber. cap. 74.
  6. Suetonio loc. cit. cap. 44.
  7. Constantin. Porphyr. Excerpta Dion. Coccej. lib. 58. pag. 668.