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presso i Greci, e loro Pittura. 87

peè il musaico d’una camera scoperta alcuni anni fa parimenti a Palestrina1. I musaici che sono d’un lavoro finissimo trovansi come incassati fra sottili lastre di marmo al di sotto e a’ fianchi, oppure rinchiusi da musaico più grossolano. Tali sono le mentovate colombe del museo Capitolino, e i detti due pezzi di Dioscoride trovati nel pavimento di due camere a Pompeja.



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  1. Pretendono molti che il musaico abbia avuto origine nella Persia. In prova di ciò si suol citare quel pavimento nel palazzo del re Assuero messo coi marmi a diversi colori imitante la verità della pittura, Esther c. 1. v. 6. Da questo però si ricava soltanto che siasi ivi esercitata tal arte, ma non già che v’abbia avuta l’origine. Plinio lib. 6. c. 25. sect. 60. espressamente l’attribuisce a’ Greci. Che che ne sia, i musaici, specialmente ne’ pavimenti, sono assai antichi, e ne fecero un uso frequentissimo non meno i Greci che i Romani. V. Athen. lib. 12. cap. 11. princ. pag. 529. D. [ Tanto il pavimento di Demetrio Falereo, di cui parla Ateneo, come quello di Assuero, non erano di musaico, ma di pezzi più grandi di marmo a varj colori, che imitavano in certo modo la pittura, come osserva anche il P. Niccolai nell’esposizione del detto libro di Ester Dissert. iI. pag. 59. Ma per il resto si veda la celebre opera di monsig. allora, poi cardinal Furietti De Musivis. ] Nel decadimento universale delle arti questa non si perde affatto, ma si mantenne ancora con qualche lustro in Costantinopoli, dove quasi tutte le chiese e le case erano adorne di musaici, e da dove ne’ bassi tempi i compositori di essi erano chiamati in Italia per farne de’ simili. Sussistono ancora in Roma, in Venezia, in Ravenna, in Milano e altrove, musaici nelle volte e cupole delle chiese comporti per la maggior parte di minuti pezzi di vetro, a cui si è applicata una foglia d’oro. Dalla maniera non meno che dalle iscrizioni in lingua greca che talora vi si leggono, ben si scorge questo essere lavoro di greci artisti. Allorché risorsero le belle arti in Italia, anche i musaici ridotti furono in uno stato migliore, perfezionato poi in quelli ultimi tempi in Roma, che sola oggidì alimenta i maestri di quest’arte. Ciò non ostante in tutte le pitture fatte a musaico ravvisa il sig. de Jaucourt nell’Enciclopedia, art. Mosaique, qualche cosa di duro, per cui non producano il loro effetto che in distanza; onde non le giudica atte che a rappresentare de’ grandi quadri: né crede esservi opere in piccolo di questo genere, che vedute da vicino appaghino l’occhio. Tal giudizio però non s’accorda punto con quello di molti altri conoscitore, che in questi quadri, fatti a così dire per l’eternità, riconoscono una perfetta imitazione del pennello, sì nei grandi che nei piccoli, i quali al par di quelli rendono l’occhio pienamente pago.