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Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/218

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Le correzioni sono in carattere piccolo interlineare1. Merita osservazione il circello puntato sopra la quarta lettera della seconda linea, e i punti sopra ΚΑΙ, e particolarmente la virgola trasversale sopra ΟΥΚΟΥΝ, la quale è piuttosto un segno di modulazione, per così dire, che un accento. Simili virgole si trovano nella base dell’obelisco del sole eretto da Augusto, che sta colco per terra a Campo Marzo. Bandini ne ha parlato nella sua opera2; ma poteva dirne di più, se avesse letto i Grammatici veteres di Elía Putschio. Quelle note critiche non compariscono nelle iscrizioni posteriori al secolo d’Augusto3. Questa mattina medesima ne ho trovato in una lapida grande, e per quanto io sappia, non mai pubblicata. Contiene il testamento d’una madre4, e sta nella cantina del marchese Rondanini:


MVRDIAE L. F. MATRIS


sed propriis viribvs adlevent qvo firmiora probabilioraqve sint
omnes filios aeqve fecit heredes partitione filiae data’ amor
maternvs caritate libervm aeqvalitate partivm constat
viro certam pecvniam legavit &c.

Non l’ho copiata intiera, ma se v’importa d’averla sarete servito. L’iscrizione risente d’una grande antichità dall’ortografia, che ho osservata in alcune voci, che seguono, ARDVO’M, e QVOM. La virgola sta al solito sopra gli abla-


tivi,


    sono a modo di bottoncino, che perciò si dicevano cornua, secondo che provano coll’autorità principalmente degli antichi poeti, Ermanno Ugone De prima scrib. orig. c. 34. pag. 594-., e ivi Trotz, e umbilici, come dissi nella nota qui avanti; chechè sofistichi in contrario Martorelli De reg. theca calam. Tom. I. parerg. cap. 2. pag. 243. seg. per sostenere, che cornua librorum sono gli angoli dei libri quadrati, non dei volumi.

  1. Si hanno così anche nella iscrizione del citato vaso di Mitridate.
  2. Dell’Obel. di Ces. Aug. c. 10. pag. 55.
  3. Dagli esempj, che porta Bandini Lett. p. 59., si prova il contrario; e potrebbero citarsi ben molte altre iscrizioni, che hanno quegli accenti, e sono sicuramente di più bassi tempi. Nella citata lettera al conte di Brühl, che è posteriore a questa, pag. 82. dell’edizione tedesca, e pag. 128. dell’ultima traduzione francese, Winkelmann si è ristretto a dire, che si trovavano le iscrizioni con simili accenti da Augusto sino a Nerone, e cita il Fabretti Inscr. cap. 3. pag. 167-173., il quale li fa principiare dal tempo di Augusto, arguendolo dai Cenotafj Pisani, ove si vedono.
  4. O piuttosto un panegirico, che le fa una figlia; come lo fa un marito alla moglie in una bella, e lunga iscrizione ora esistente nella villa Albani, e che può leggersi riportata nella Indicazione antiquaria di essa villa, par. 3. n. 67. pag. 114.