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334 | D i s s e r t a z i o n e |
propinquior est vestra Ecclesia, supra quem una ex turrihus ædificata esse videtur, & medietatem de arcu majori, qui est in medio, cum caminatis juxta minorem arcum, cum introitibus, & aliis omnibus suis pertinentiis, quæ sub his finibus concluduntur. A primo latere est altera medietas ejusdem arcus triumphalis, juris hæredum Cimini, a secundo latere est aliud claustrum suprascripti Cimini, & curtis, & via publica; a tertio latere est curtis Ecclesiæ vestræ; & a quarto latere est via publica, qua pergit ante suprascriptam Ecclesiam, sicut in instrumento locationis facta a bonæ memoriæ Gregorio ejusdem Ecclesia diacono cardinali plenius continetur: dalle quali ultime parole si rileva, che la chiesa poi fosse solita di affittare questa sua parte di Arco nella maniera che i monaci di s. Gregorio affittavano la torre dell’Arco, e il Settizonio alla famiglia Frangipane, ed altri gli altri monumenti, che possedevano, come vedremo fra poco.
La famiglia Frangipane avendo per lo più mostrato ossequio, e predata fedeltà ai Sommi Pontefici, come apparisce dal recato diploma, e come si vedrà meglio in seguito, avrà da essi ottenute quelle fabbriche, e palazzi, che desiderava, e dal Pontefice Lucio più facilmente ancora, perchè forse lo avrà sostenuto nell’impegno, che aveva di sopprimere il Senato nuovamente rimesso dal popolo, e dai magnati1; come aveva assistito il di lui antecessore Innocenzo II. per lo stesso impegno, e contro l’antipapa Anacleto favorito dal popolo2; nella quale occasione essendo stata privata delle sue fortezze, ossiano torri, e case, come vedremo appresso, forse Lucio, e i monaci la rimisero in possesso di quegli edifizj, ch’essa aveva goduto per l’avanti. Ma per tante altre famiglie, che ricevessero l’investitura
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- ↑ Romualdo Salernitano Chron. presso il Muratori Tom. VII. col. 189. in fine, e Sicardo vescovo di Cremona parimente nella sua Cronica presso lo stesso Muratori, ivi col. 595, in fine.
- ↑ Romualdo Salernitano l. c. col. 192. A., Godefrido Viterbese Pantheon, presso lo stesso Muratori Tom. VII. col. 460. in fine, Ottone di Frisinga De gest. Frid. I. lib. 1. c. 28., ivi Tom. VI. col. 662. segg.