Vai al contenuto

Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/38

Da Wikisource.
20 O s s e r v a z i o n i

tà vicino alla quale gettasi in mare la sorgente solfurea, di cui parla Strabone1.

§. 5. Il travertino in particolare si forma dalle acque dell’aniene, oggidì teverone, cui si attribuisce una qualità petrificante; e dalle sorgenti solfuree di Tivoli. Quelle cave si rimettono in poco tempo; e vi si sono trovati dei ferri di cavatori, che ciò confermano. Anche il marmo cresce di nuovo; imperciocchè si è trovato un lungo palo di ferro in un gran masso di marmo di quello detto africano, che volevasi segare per metterlo in opera alla chiesa della Morte dietro al palazzo Farnese. Un tal crescimento è anche più rimarchevole nel porfido, essendosi trovata in un pezzo di esso trent’anni sono una medaglia d’oro d’Augusto2.

§. 6. La seconda specie di pietra, cioè il tufo, è d’una qualità terrosa, e molto più tenera del travertino. Se ne trova vicino a Napoli una specie, che si lavora col piccone. L’altra specie di tufo si cava parimente nei dintorni dì Napoli, e si chiama rapillo; ma forse converrebbe dire lapillo3. E’ un’arena nera pietrosa, che serve a fare i lastrichi in più case, e a coprire tutti i tetti a terrazzo. Quest’arena si trova anche a Frascati, pretto l’antico Tuscolo, ove è conosciuta col nome di rapillo. Probabilmente è un’antica produzione vulcanica delle montagne intorno, ove se ne trova in gran quantità a strati in forma di dadi bislunghi, e piccoli4; e quando si legge nell’antica storia roma-

  1. È il fiume Silaro, di cui dicono Strabone lib. 5. p. 384. C. Tom. I., Plinio l. 2. cap. 103. sect. 106., Silio Italico De bello pun. lib. 8. vers. 582. che abbia virtù di petrificare tutto ciò, che vi si getta dentro. Vedi anche il P. Paoli Rovine della città di Pesto, Dissert. 1. n. 11. pag. 10., ove osserva che sotto alle mura della città dalla parte settentrionale sbocca verso il mare una fonte di color bianchiccio e puzzolente, per il solfo, che trae seco; e ne dà la veduta nella Tavola LXIV. Di altre fonti d’Italia consimili vedi Seneca Nat. quæst. lib. 3. c. 20.
  2. È cosa più che certa, che i marmi crescono nelle cave; e ce lo attesta anche il giureconsulto Giavoleno l. ult. ff De fundo dot., e Ulpiano l. Fructus 8. § Si vir 3. ff. Sol. matr. dos quemadm. pet., Pausania l. 3. cap. 21. pag. 264.; comunque avvenga questo accrescimento, intorno al quale può vedersi Gimma Della fisica sotterr. Tom. I. l. 1. cap. 9.
  3. Così si chiama in Napoli.
  4. Il P. della Torre Storia del vesuvio, cap. 1. n. 16. pag. 20. crede, che i rapilli, che si cavano intorno a Napoli per fabbrica-

muri