Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/408

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darono anche a fuoco. I Romani all’incontro per difendersi, e cacciar via i loro nemici dalla fortezza, la cinsero d’assedio, che vi tennero quali per un anno intiero; battendola con macchine, e con cannonate sinché il castellano per mancanza di viveri fu corretto a darli vinto, e capitolare la resa. Tanta fu la loro rabbia in quel punto, che risolvettero di atterrare affatto la Mole, perchè mai più nessuno potesse ritirarvisi, e recar danno alla città1. Ne tolsero tutti i marmi, che v’erano rimasti nel quadrato inferiore, e nelle parti di sopra, egli sparsero per lastricarne le piazze; lasciandovi appena quel nudo scheletro di peperini, chiamato il maschio, che non poterono intieramente distruggere. Ce ne dà il ragguaglio Teodorico a Niem, che stava in Roma, e osservò che v’erano dei sotterranei a guisa di gran condotti, fatti di mattoni, per li quali poteano camminare due uomini a cavallo: Alemanni, scrive Teodorico2, tunc temporis aliqualiter mitius per eosdem Romanos, quam cœteri tractabantur; & interim etiam capitaneus dicti Castri sancti Angeli in Urbi, qui erat Gallicus, & pro ipsis Clemente, & suis cardinalibus ultramontanis dictum Castrum custodivit, Romanis, & curialibus ipsis de dicto Castro guerram movit cum sagittis, & bombardis ad ipsam Urbem vehementissime sagittando, multas cum eisdem bombardis, seu pixidibus æneis3 domos concussit, & prope dictum Castrum consistentia ædificia plurima ignis incendio concremavit, & sic passim multiplicata fuerunt pro tunc mala in Urbe prædi-


cta


  1. Infessura Diar. Urbis Romæ., presso l’Eccardo Tom. iI. col. 1867., e il Muratori Tom. iiI. par. 2. col. 1115
  2. De schism. lib. 1. cap. 14. pag. 15.
  3. Queste parole io le spiego per cannoni, che in Italia si dicevano bombarde dal rumore, che facevano sparandosi. Già in Francia erano in uso i cannoni da molti anni prima, facendosene menzione, come osserva il Du Cange nel suo Glossario alla parola Canones, sin dall’anno 1356. nei registri dei conti camerali di Parigi. Non farà dunque maraviglia, che fossero anche in Roma nell’anno 1378.; tanto più che era francese quel castellano. Allegretto Allegretti ne’ suoi Diarj Sanesi, all’anno 1479. presso il Muratori Tom. XXIII. col. 791. parla di molte bombarde, per le quali intende sicuramente i cannoni, di una grandezza straordinaria, e di una fra le altre di due pezzi, longa sei braccia, e un terzo, che gettava 340. libbre in circa di pietra. Le palle si facevano di pietra, come fu accennato innanzi pag. 373. not. c.