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que’ buchi sul monte per indicare gli antichi sepolcri dei sovrani del paese.
V. Figurina di bronzo della grandezza dell’originale, rappresentata in tre aspetti. L’originale è nel museo profano della biblioteca Vaticana. Se ne è parlato alla pag. 81. n. a., e nel Tomo iI. pag. 34. not. b. Al primo luogo citato riportammo l’opinione del ch. P. Paoli, il quale con una eruditissima dissertazione ha preso a sostenere, che ella rappresenti un sacerdote Cananeo con in mano un sorcio per memoria dell’offerta fatta dai Filistlei all’arca dopo lo strepitoso castigo, di cui furono percossi dal Dio d’Israele. Fattevi poi maggiori riflessioni sopra, vedendo la figura non aver barba, che avrebbe come sacerdote orientale; che le si vede chiaro il rilievo delle mammelle feminili, la forma dei capelli, i tratti del volto, che indicano una donna; e finalmente la grandezza dell’animale tenuto in mano dalla figura, che oltre il non avere indizio di quella lunga coda del sorcio marcata in tanti monumenti, ove quello si rappresenta; supera di molto la corporatura di un sorcio, il quale se sarebbe capito nella mano della figura, quello occupa la lunghezza di tutto il braccio; quelle cole tutte, dico, mi fanno sospettare, che la statuetta rappresenti piuttosto una donna etrusca con un porcello in mano, che forse vuol offerire a qualche divinità. Varrone scrive1, che i sovrani etruschi, ed i magnati solevano sagrificare una porchetta nelle loro feste nuziali; e un porcello si sacrificava nelle feste di Cerere2, della Tellure, e di Silvano, che si vede rappresentato anche nei monumenti3. Nel lodato museo Borgiano a Velletri esiste una figurina in bronzo della stessa grandezza, e forma di abito precisamente; come è simile nell’abito una statua in marmo bianco nella villa Lodovisi. La testa è simile a molte figure etrusche di donna.
VI. * Sacerdote egiziano, uno de’ pastofori, che porta sopra una cassettina segnata con geroglifici, come la base,
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- ↑ De re rust. lib. 2. cap. 4.
- ↑ Dempstero De Etr. reg. lib. 3. cap. 19. pag. 294, Kirchmanno De fun. Roman. lib. 4. cap. 1. pag. 484., Gori Mus. etrusc. Tom. iI. Tab. 165. pag. 323.
- ↑ Giacomo Filippo Tomasini De donar. vet. cap. 26. in Thes. Antiq. Rom. Grævii, Tom. XII. col. 847.