Pagina:Storia di Milano I.djvu/149

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seguito, e si chiamò Clemente II. Morto questo, l’imperatore Enrico elesse a sommo pontefice Poppone, vescovo di Brixen, e lo spedì a Roma, dove ebbe nome Damaso II; a cui l’imperatore stesso in Worms destinò per successore Brunone di Egesheim, che fu in Roma chiamato Leone IX. Gli fu successore Geberardo, vescovo di Eichstat, scelto in Magonza, il quale in Roma si chiamò Vittore II. Così si facevano allora le elezioni. Ildebrando, nato nella Toscana, monaco in Roma, poi cardinale, viveva in que’ tempi. Dotato di somma accortezza e di quella energia d’animo che caratterizza gli uomini grandi, fermo ne’ suoi principii, audace, cautamente violento, fremeva nel mirare rovesciata la disciplina ecclesiastica, calpestata l’antica libertà delle elezioni canoniche, soggiogata l’Italia da continue invasioni, umiliata Roma all’obbedienza, e collocati sulle sedi vescovili uomini talvolta i più vili e i più indegni d’occupare quel sacro luogo. Ildebrando era nato a tempo, poichè il disordine era al colmo. L’evidenza de’ mali pubblici, cresciuti a un dato segno, dispone gli uomini a desiderare e seguire una mente superiore riscaldata per una rivoluzione. In ogni altro tempo più placido l’inerzia prevale; e il vigoroso entusiasmo sbalordisce e dispiace. La stima de’ Romani l’aveva innalzato a tale ascendente, che Vittore II era pienamente governato da lui; ch’egli creò, si può dire, Alessandro II; e che erano già quasi vent’anni ch’ei dirigeva il sommo pontificato quando vi ascese col nome di Gregorio VII, nome che ei rese famoso nella storia. Egli si propose di assoggettare alla chiesa romana la milanese; di rendere il papato potente colla soggezione de’ vescovi, e così opporre alla forza dell’Impero la forza ecclesiastica